Scuola: Veronesi e Artigianelli Il dietro le quinte della ricerca contratto nazionale ai docenti Una notte dedicata ai sensi
TRENTO Aperta a un ragionamento comune che intercetti le nuove esigenze del sistema, ma ferma nella propria convinzione: a tutti i docenti della formazione professionale trentina va applicato lo stesso contratto di lavoro, quello provinciale. La Flp Cgil del Trentino è pronta a dare battaglia, a ricorrere alle vie legali contro le disdette unilaterali e ha già proclamato lo stato di agitazione del personale al Cfp Veronesi di Rovereto e all’istituto Artigianelli di Trento.
Sono queste, infatti, le due scuole che poche settimane fa hanno deciso di disdettare il contratto provinciale, come già aveva fatto lo scorso anno il Centro moda Canossa, che aveva applicato ai docenti neoassunti il contratto nazionale di settore, «peggiorativo rispetto a quello provinciale per quanto riguarda il trattamento economico, le ore lavorative, le tutele» come spiega il sindacalista Vincenzo Vanacore. Secondo i dati forniti dalla Cgil infatti, un docente laureato con un contratto di terzo livello percepirebbe 358 euro in meno, un insegnante non laureato vedrebbe il suo stipendio ridursi di 157 euro. Il contratto nazionale, inoltre, prevede 800 ore di lezione contro le 612 di cattedra del Trentino (a cui vanno aggiunte, comunque, 50 ore di collegio docenti e 30 di formazione).
Per la Cgil è importante «mantenere l’unitarietà del sistema, unica garanzia della sua qualità». Dunque assicurare l’applicazione di un unico contratto. La formazione professionale in provincia di Trento è affidata a due soli istituti interamente provinciali (il Pertini di Villazzano e l’alberghiero di Levico e Rovereto) e per il 90% a enti di formazione paritaria (i più grandi sono l’Enaip, l’Upt, il Cfp Veronesi, l’Artigianelli, il Centro moda Canossa e l’Opera Armida Barelli) che amministrano autonomamente la propria gestione, ma ricevono comunque finanziamenti provinciali (per l’anno scolastico appena iniziato di 163 milioni di euro). A tutti è sempre stato applicato il contratto provinciale. «Se si avalla questo nuovo sistema gli enti della formazione professionale paritaria riceveranno le stesse risorse pubbliche indipendentemente dal contratto applicato e saranno così incentivati a ricorrere a quello per loro più conveniente» lamentano i rappresentanti della Flc Cgil. Da qui l’appello ai due istituti, affinché sospendano le loro disdette, e alla politica, «perché dica quali misure intende mettere in atto per affrontare il problema». TRENTO Torna a Trento la «Notte dei ricercatori», l’evento che racconta non solo la professione del ricercatore, ma anche e soprattutto il «dietro le quinte della scienza» e l’impatto che essa ha sulla vita quotidiana.
La manifestazione, che si svolge in contemporanea con molte altre città europee, si terrà il 25 settembre dalle 17.00 all’ 1.00 presso i padiglioni di Trento Fiere e al Palazzo delle Albere. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Bruno Kessler, dall’Università degli studi di Trento, dalla Fondazione Edmund Mach e dal Muse.
Il sottotitolo dell’evento, «A sensational night» richiama il tema scelto per l’edizione: «I cinque sensi più uno». Di cosa si tratta? «I nostri sensi sono di fondamentale importanza per la comprensione della realtà — spiega Alessandro Quattrone dell’università di Trento — Ma l’accento è posto sul sesto senso del ricercatore: il suo intuito, ovvero l’istinto che gli permette di raggiungere i risultati sperati».
L’obiettivo dell’iniziativa non consiste solo nell’avvicinare i cittadini al mondo della ricerca, ma anche nel sensibilizzare i giovani alla carriera scientifica. Aperitivi scientifici, caffè letterari, cene con i ricercatori, laboratori e dimostrazioni scientifiche sono alcune delle attività proposte. Ma non è tutto qui, dal momento che saranno sperimentati nuovi format — come lo speed dating — volti ad avvicinare ancora di più il pubblico di tutte le età al mondo della ricerca.
E tra cinema, danza e musica non mancheranno i momenti ricreativi. «Quest’anno saranno proprio i ricercatori che con le loro band intratterranno il pubblico — spiega Emanuele Eccel della Fondazione Edmund Mach — E per un giorno si trasformeranno in critici cinematografici, mostrando come all’interno di molti film la scienza venga trattata in modo approssimativo e pericoloso». Di grande importanza risulta poi essere l’inserimento nel programma di un tema tanto centrale quanto discusso ultimamente: «Le donne e la scienza».
Insomma, la notte dei ricercatori è una finestra che si apre su un modo di vivere e di lavorare che sembra essere ancora poco conosciuto. «Ciò che vogliamo è creare un dialogo sincero e possibilmente continuo tra la nostra comunità e i nostri ricercatori», conclude Lucia Martinelli del Muse. Per ottenere informazioni più dettagliate sul programma dell’evento è possibile visitare il sito www.nottedeiricercatori.tn.it .
Martinelli Vogliamo creare un dialogo sincero e continuo con la nostra comunità