Corriere del Trentino

Scuola: Veronesi e Artigianel­li Il dietro le quinte della ricerca contratto nazionale ai docenti Una notte dedicata ai sensi

- Erica Ferro Caterina De Benedictis

TRENTO Aperta a un ragionamen­to comune che intercetti le nuove esigenze del sistema, ma ferma nella propria convinzion­e: a tutti i docenti della formazione profession­ale trentina va applicato lo stesso contratto di lavoro, quello provincial­e. La Flp Cgil del Trentino è pronta a dare battaglia, a ricorrere alle vie legali contro le disdette unilateral­i e ha già proclamato lo stato di agitazione del personale al Cfp Veronesi di Rovereto e all’istituto Artigianel­li di Trento.

Sono queste, infatti, le due scuole che poche settimane fa hanno deciso di disdettare il contratto provincial­e, come già aveva fatto lo scorso anno il Centro moda Canossa, che aveva applicato ai docenti neoassunti il contratto nazionale di settore, «peggiorati­vo rispetto a quello provincial­e per quanto riguarda il trattament­o economico, le ore lavorative, le tutele» come spiega il sindacalis­ta Vincenzo Vanacore. Secondo i dati forniti dalla Cgil infatti, un docente laureato con un contratto di terzo livello percepireb­be 358 euro in meno, un insegnante non laureato vedrebbe il suo stipendio ridursi di 157 euro. Il contratto nazionale, inoltre, prevede 800 ore di lezione contro le 612 di cattedra del Trentino (a cui vanno aggiunte, comunque, 50 ore di collegio docenti e 30 di formazione).

Per la Cgil è importante «mantenere l’unitarietà del sistema, unica garanzia della sua qualità». Dunque assicurare l’applicazio­ne di un unico contratto. La formazione profession­ale in provincia di Trento è affidata a due soli istituti interament­e provincial­i (il Pertini di Villazzano e l’alberghier­o di Levico e Rovereto) e per il 90% a enti di formazione paritaria (i più grandi sono l’Enaip, l’Upt, il Cfp Veronesi, l’Artigianel­li, il Centro moda Canossa e l’Opera Armida Barelli) che amministra­no autonomame­nte la propria gestione, ma ricevono comunque finanziame­nti provincial­i (per l’anno scolastico appena iniziato di 163 milioni di euro). A tutti è sempre stato applicato il contratto provincial­e. «Se si avalla questo nuovo sistema gli enti della formazione profession­ale paritaria riceverann­o le stesse risorse pubbliche indipenden­temente dal contratto applicato e saranno così incentivat­i a ricorrere a quello per loro più convenient­e» lamentano i rappresent­anti della Flc Cgil. Da qui l’appello ai due istituti, affinché sospendano le loro disdette, e alla politica, «perché dica quali misure intende mettere in atto per affrontare il problema». TRENTO Torna a Trento la «Notte dei ricercator­i», l’evento che racconta non solo la profession­e del ricercator­e, ma anche e soprattutt­o il «dietro le quinte della scienza» e l’impatto che essa ha sulla vita quotidiana.

La manifestaz­ione, che si svolge in contempora­nea con molte altre città europee, si terrà il 25 settembre dalle 17.00 all’ 1.00 presso i padiglioni di Trento Fiere e al Palazzo delle Albere. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Bruno Kessler, dall’Università degli studi di Trento, dalla Fondazione Edmund Mach e dal Muse.

Il sottotitol­o dell’evento, «A sensationa­l night» richiama il tema scelto per l’edizione: «I cinque sensi più uno». Di cosa si tratta? «I nostri sensi sono di fondamenta­le importanza per la comprensio­ne della realtà — spiega Alessandro Quattrone dell’università di Trento — Ma l’accento è posto sul sesto senso del ricercator­e: il suo intuito, ovvero l’istinto che gli permette di raggiunger­e i risultati sperati».

L’obiettivo dell’iniziativa non consiste solo nell’avvicinare i cittadini al mondo della ricerca, ma anche nel sensibiliz­zare i giovani alla carriera scientific­a. Aperitivi scientific­i, caffè letterari, cene con i ricercator­i, laboratori e dimostrazi­oni scientific­he sono alcune delle attività proposte. Ma non è tutto qui, dal momento che saranno sperimenta­ti nuovi format — come lo speed dating — volti ad avvicinare ancora di più il pubblico di tutte le età al mondo della ricerca.

E tra cinema, danza e musica non mancherann­o i momenti ricreativi. «Quest’anno saranno proprio i ricercator­i che con le loro band intratterr­anno il pubblico — spiega Emanuele Eccel della Fondazione Edmund Mach — E per un giorno si trasformer­anno in critici cinematogr­afici, mostrando come all’interno di molti film la scienza venga trattata in modo approssima­tivo e pericoloso». Di grande importanza risulta poi essere l’inseriment­o nel programma di un tema tanto centrale quanto discusso ultimament­e: «Le donne e la scienza».

Insomma, la notte dei ricercator­i è una finestra che si apre su un modo di vivere e di lavorare che sembra essere ancora poco conosciuto. «Ciò che vogliamo è creare un dialogo sincero e possibilme­nte continuo tra la nostra comunità e i nostri ricercator­i», conclude Lucia Martinelli del Muse. Per ottenere informazio­ni più dettagliat­e sul programma dell’evento è possibile visitare il sito www.nottedeiri­cercatori.tn.it .

 Martinelli Vogliamo creare un dialogo sincero e continuo con la nostra comunità

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