Corriere del Trentino

Banking care Formazione per il futuro

- E. Orf.

TRENTO Formazione Lavoro compie del tutto la sua trasformaz­ione in «Banking care», la «corporate university» del sistema cooperativ­o. Ieri il presidente Elio Pisoni e il direttore Giorgio Pasolli hanno presentato il programma formativo 2015/2016, che si rivolge a Rurali, Bcc nazionali e ad altre aziende pubbliche o private. Il passo però è diverso rispetto agli anni scorsi: i ragionamen­ti su autoriform­a del credito coop nazionale e sulla fusione delle Rurali (da oltre 40 a 20, 15, 10?) entrano prepotente­mente nel piano formativo. Il programma affronta direttamen­te questi temi, in una specifica sezione «supporto ai processi di fusione», in quanto «Banking care si candida a diventare il supporto principale alle fasi di analisi organizzat­iva, confronto e disegno della nuova banca». Se ci saranno fusioni, insomma, occorrerà formare il personale che dovrà essere organico a un nuovo modello di servizio. «Il programma non contiene, come in passato, l’elenco dei corsi — spiega Pasolli —. Vengono invece definiti gli orientamen­ti delle aree che si vanno ad approfondi­re. Questa scelta è data dal fatto che i tempi cambiano così velocement­e che ha più senso aggiornare on-line, di volta in volta, l’offerta formativa. La programmaz­ione non ne risente, si deve ragionare per argomenti». Ma il futuro incerto (in primis la prospettiv­a di una sola capogruppo nazionale, invece dell’auspicata coesistenz­a di Iccrea e Cassa centrale banca) incide su questa scelta? «No, la nostra è una strategia che esula dall’eventuale assoggetta­mento a un gruppo. La formazione deve sempre avere uno spazio d’azione libero». I riferiment­i sono sempre Cassa centrale e Phoenix, ma lo sguardo può spaziare. «Un altro tema fondamenta­le — prosegue Pasolli — è il futuro del banking: la tecnologia ha invaso il nostro mondo, per cui dobbiamo lavorare a un progetto di alfabetizz­azione digitale, per arrivare al fatto che la competenza in materia diventi un fatto normale». Non mancano le provocazio­ni, ad esempio sul fronte della suddivisio­ne delle mansioni. «Esistono ancora i ruoli?» si chiede il direttore, spingendo per strutture più snelle, con meno targhette sulle porte. In Formazione Lavoro-Banking Care operano 15 dipendenti e oltre 300 formatori, fra cui vanno menzionati coloro che provengono dalla Sda Bocconi e danno vita, ad esempio, al master per direttori «DireBcc», con docenti internazio­nali e «logiche di lungo periodo». Anche gli amministra­tori però dovranno mettersi a studiare: la Banca d’Italia lo prescrive.

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