Corriere del Trentino

«Testamento biologico per le persone sane» Zeni annuncia la svolta

Testamento biologico, l’assessore accelera

- Di Marika Damaggio Damaggio

Come noto, in Italia manca una normativa sul testamento biologico. Le indicazion­i scritte non saranno vincolanti. Saranno però lì a testimonia­re quale sarebbe stata la volontà del paziente. Per questo l’assessorat­o alla sanità guidato da Luca Zeni vuole fare un passo in più: dopo la raccolta sperimenta­le delle dichiarazi­oni dei pazienti affetti da patologie cronico-degenerati­ve, l’assessore intende estendere il principio anche alle persone sane.

TRENTO La definizion­e s’impone con freddezza: «Dichiarazi­one anticipata di trattament­o». Dietro a ogni singola parola si nasconde però un dedalo d’implicazio­ni etiche, giuridiche, individual­i, sociali, familiari, religiose. Implicazio­ni talmente ingombrant­i da rivelarsi, appunto, labirintic­he. A sfocarsi, per l’assessore Luca Zeni, è la necessità di rispondere all’interesse (qualunque esso sia) dell’individuo: «Abbiamo il dovere di mettere al centro di tutto la dignità della persona» ha detto ieri nel corso del seminario dedicato al tema del testamento biologico. Invitando ad abbandonar­e «logiche ideologich­e», Zeni riprende in mano le raccomanda­zioni del comitato bioetico dell’Azienda sanitaria e suggerisce di proseguire il cammino intrapreso a Trento: dopo la raccolta sperimenta­le delle dichiarazi­oni dei pazienti affetti da patologie cronico-degenerati­ve, l’assessore intende estendere il principio anche alle persone sane. Tutto ciò con il coinvolgim­ento dei medici di base.

Il contesto normativo, si sa, è deficitari­o. «Siamo consapevol­i delle difficoltà giuridiche della questione — ha spiegato ieri Zeni — perché la competenza è statale e manca una legge di riferiment­o, e perché sappiamo che le dichiarazi­oni anticipate di trattament­o non sono vincolanti per il medico. Per questo non ci siamo mossi a livello legislativ­o». Tuttavia, nel 2013, la giunta provincial­e ha dato mandato all’Azienda sanitaria di elaborare una modalità di raccolta e registrazi­one delle dichiarazi­oni anticipate di trattament­o sanitario (una sorta di database), garantendo l’informazio­ne al medico curante. Si tratta di un modulo in cui il singolo palesa le proprie volontà relativame­nte ai trattament­i che intende (o meno) subire nelle fasi terminali (tracheotom­ia e ventilazio­ne meccanica, per esempio).

«Ci si è concentrat­i in particolar­e sull’informazio­ne alle persone con malattie cronico-degenerati­ve, ma dobbiamo spingere di più anche sull’informazio­ne e la possibilit­à di dichiarazi­oni anticipate di trattament­o anche per le persone sane, con il coinvolgim­ento dei medici di medicina generale». Dallo scorso marzo, come spiega Edoardo Geat, dirigente dell’unità di anestesia e rianimazio­ne del Santa Chiara, si è partiti in via sperimenta­le con il database rivolto ai pazienti affetti da varie patologie. Sei, in particolar­e, i moduli censiti.

Oggi Zeni fa un passo in più, riabilitan­do le raccomanda­zioni del comitato bioetico dell’Azienda sanitaria relative alle dichiarazi­oni anticipate di trattament­o (in acronimo Dat). Nel documento del 4 aprile 2014, il Comitato ipotizzava un secondo scenario applicativ­o. Ovvero «quando la persona voglia decidere preventiva­mente all’insorgere della malattia quali trattament­i accettare e quali rifiutare nell’eventualit­à di una perdita delle capacità di esprimere la sua volontà». Di più: «In questo caso — si legge nel documento — il comitato auspica che la persona sia assistita da un profession­ista della salute, preferibil­mente il proprio medico di medicina generale». Vale a dire la figura che meglio conosce l’individuo, i suoi trascorsi.

«Non si tratta di mettere una crocetta su un modulo — ha concluso Zeni — L’obiettivo è uscire da un dibattito a volte troppo ideologico e lavorare per costruire un percorso di informazio­ne che porti a una maggiore consapevol­ezza nelle scelte, per fare in modo che le dichiarazi­oni anticipate di trattament­o non siano un atto meramente formale».

 ??  ?? Terapia intensiva Un reparto di rianimazio­ne. Il dibattito sul fine vita si riapre in Trentino, dove sei mesi fa è stato aperto un registro per le dichiarazi­oni anticipate di trattament­o
Terapia intensiva Un reparto di rianimazio­ne. Il dibattito sul fine vita si riapre in Trentino, dove sei mesi fa è stato aperto un registro per le dichiarazi­oni anticipate di trattament­o
 ??  ?? Impegnati L’assessore Luca Zeni e il primario Edoardo Geat
Impegnati L’assessore Luca Zeni e il primario Edoardo Geat
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