Recupero vitalizi, scontro totale I funzionari nel mirino degli ex
TRENTO Non accenna a placarsi la guerra in atto tra Regione ed ex consiglieri. Il 10 settembre, infatti, scadeva l’ultimatum posto dal presidente Ugo Rossi e dalla presidente del Consiglio regionale Chiara Avanzo per la restituzione degli anticipi dei vitalizi, in base alla riforma varata nel 2014 che, pur non eliminandoli del tutto, li ha ricalcolati secondo criteri più stringenti e ha quindi ridotto parzialmente le somme spettanti.
La lettera, inviata agli ex componenti del parlamentino il 10 agosto scorso, parlava chiaro: se entro un mese dalla ricezione della missiva non risultassero pervenuti i pagamenti, si sarebbe passati ad un’azione di recupero forzoso, affidata nello specifico alla società Trentino Riscossione. Già il mese scorso, però, alla notizia dell’ultimatum, i destinatari della lettera firmata Rossi — Avanzo avevano fatto sapere che non avrebbero versato un soldo e che avrebbero inviato una contro — diffida a giunta e consiglio regionale, «data l’impraticabilità giuridica dell’ingiunzione fiscale, per la natura delle somme in contenzioso».
Detto fatto: ad oggi, la restituzione delle somme non è avvenuta e gli ex consiglieri, attraverso il portavoce della loro associazione nonché ex mem- bro del parlamentino Claudio Taverna, fanno sapere che il 10 settembre è partita la lettera di diffida destinata ai presidenti Rossi e Avanzo e promettono battaglia: «Nel caso di “consapevole errore” nell’esecuzione di “procedure di recupero delle somme” — scrivono — si agirà non solo contro la Regione e il Consiglio regionale, ma anche nei confronti di chi ha sottoscritto gli atti, ossia i tecnici e funzionari che apporranno la firma agli atti».
Infatti, secondo quanto affermano gli ex consiglieri, «le procedure in corso di attivazione presuppongono l’accertamento di una posizione debitoria e la sussistenza di titolo esecutivo, allo stato inesistenti.
Il credito che la regione vanta nei nostri confronti è aleatorio, e non certo». La questione, in particolare, ruota intorno ai ricorsi presentati contro il consiglio regionale dagli ex consiglieri, che chiedono si valuti la conformità della nuova legge sui vitalizi del 2014.
I tempi, però, non sono brevi, perché nel frattempo i legali della Regione e del Consiglio hanno sollevato una questione di giurisdizione, e sarà la Corte di Cassazione a stabilire se a giudicare debba essere un giudice ordinario o la magistratura contabile. Per avere una prima sentenza, dunque, bisognerà attendere almeno la metà del 2016. Gli ex consiglieri chiedono però che si attenda l’esito del ricorso prima di procedere a qualsiasi azione: «In caso di esito sfavorevole — aveva spiegato recentemente Taverna — si sarebbe provveduto spontaneamente alla restituzione delle somme, come più volte dichiarato».
La Regione però è intenzionata ad andare fino in fondo: in ballo, infatti, ci sono ancora 6.191.888 euro da restituire al consiglio regionale, di cui 4,8 milioni a carico degli ex consiglieri che avevano optato per l’attualizzazione e di 1,3 milioni di anticipi erogati a consiglieri che non avevano ancora maturato il requisito anagrafico per il vitalizio. Già circa 15 milioni di euro erano stati recuperati subito dopo l’approvazione della riforma del 2014: una parte in soldi liquidi, frutto delle restituzioni dei consiglieri che avevano rinunciato al ricorso, un’altra parte invece composta dalle quote del «Fondo Family».