Arriva cargo bike Merci in centro senza inquinare
CiclOstile e Kaleidoscopio studiano un nuovo prototipo per i centri storici. «Obiettivo chilometro zero»
Arriva anche in Trentino la cargo bike, la nuova frontiera urbana ed ecologica della consegna delle merci. Capiente e più economica del furgone la cargo bike potrà effettuare consegne di merci nelle aree a traffico limitato e nelle zone pedonali. CiclOstile e Kaleidoscopio stanno preparando il prototipo.
TRENTO Sentirne pronunciare il nome fa correre la mente a terre lontane, Paesi Bassi, Danimarca, paradisi per le due ruote insomma. Invece di cargo bike si discute anche in Trentino. Non solo, c’è chi lo sviluppo di mezzi di trasporto merci alternativi ha deciso di metterlo in pratica: alla ciclofficina CiclOstile e a Gira la ruota della cooperativa Kaleidoscopio la cargo bike è già realtà. O quasi. Capiente quanto basta, impossibile preda del traffico, più economica di un furgone e, naturalmente, rispettosa per l’ambiente: i vantaggi della bicicletta da trasporto sono più d’uno.
«Un ciclista può entrare nelle zone a traffico limitato dei centri urbani senza richiesta di permesso alcuno — aggiunge Gianluca Mancia di Kaleidoscopio — molti ristoranti a chilometro zero, ad esempio, cercano prodotti che arrivino nelle loro cucine senza causare ulteriore inquinamento. Una cargo bike, inoltre, può anche consentire un contatto diretto tra chi spedisce la merce e chi la riceve».
Nella ciclofficina della cooperativa sociale è nata l’idea di portare anche a Trento i bike messengers, i corrieri in bicicletta, che piano piano hanno conquistato terreno in molte città d’Italia negli ultimi anni. Per farlo si sono comprati il mezzo, una Omnium cargo, di foggia (manco a dirlo) danese, che attendono con ansia e nel frattempo stanno cercando di replicare con pezzi di recupero, una sorta di prototipo in attesa della bici da carico vera, uno dei modelli più diffusi: lunga due metri e mezzo, tre ruote, un ampio spazio davanti al manubrio per il carico. «Anche a Trento esiste un ampio bacino di utenza — aggiunge Mancia — dai pacchi ai medicinali, dai fiori ai pasti, con la bici si può consegnare di tutto».
Alla ciclofficina CiclOstile, invece, la pulce nell’orecchio l’aveva messa l’associazione Richiedenti terra, che cercava un nuovo modo per trasportare in città la verdura prodotta nell’orto sociale di Villazzano. Hanno fatto il resto le mille riflessioni partorite durante un laboratorio di ciclomeccanica e filosofia (Corriere del Trentino del 26 aprile). Da qui la conclusione: nessuna delle cargo bike in commercio è davvero adatta al trasporto merce in città. Così ne hanno progettata una loro. «Col piano di carico posteriore e l’approccio sportivo» spiega Giulia Pavan. La maggior parte delle bici da carico in commercio, infatti, deriva da quelle nord-europee, progettate per muoversi su strade pianeggianti e garantire al guidatore di avere sott’occhio il carico anche a discapito della guidabilità del mezzo. «Abbiamo provato a immaginare la struttura della cargo bike in modo che il pianale di carico si trovi nella zona posteriore della bicicletta, sufficientemente in basso, e regali al mezzo una certa compattezza — aggiunge — non essendoci limiti legati alla visibilità e alle dimensioni del telaio, non ci sono nemmeno vincoli volumetrici al carico. Abbiamo poi spezzato le linee e rimpicciolito i triangoli per poter usare tubazioni in leghe leggere per bici da corsa». Insomma, agile e adatta anche alle strade trentine. Per realizzarla (il telaio sarebbe costruito da un artigiano della zona, la componentistica per lo più di produzione italiana) hanno lanciato una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo, che in otto giorni ha già raccolto il 26% dei 2.500 euro necessari per realizzare il primo prototipo. Se la soglia non verrà raggiunta le donazioni verranno restituite. Donando 15 euro si può partecipare alla scelta di nome e logo, con 300 si ha diritto a una gita cicloturistica per le valli.
«Il Trentino è una delle regioni più all’avanguardia per la mobilità sostenibile ma potrebbe fare di più — conclude Diego Brunello — per il trasporto merci nell’area di Trento, ad esempio, sarebbe utile costruire dei mini-hub più vicini alla città per permettere ai vettori di non far partire le cargo bike dalla zona di Gardolo».
Mancia «Dai pacchi ai medicinali, dai fiori ai pasti, si può recapitare tutto»