UNA STRATEGIA PER LA CULTURA
«Abbiamo una responsabilità, finché viviamo: dobbiamo rispondere di quanto scriviamo, parola per parola, e far sì che ogni parola vada a segno». Così Primo Levi in «Dello scrivere oscuro». Dovremmo applicare la stessa regola anche nel parlare. Sul destino del Palazzo delle Albere è in corso un confronto confuso, foriero di soluzioni discutibili. Quella che manca, anche leggendo gli orientamenti espressi dall’assessore Mellarini sul Corriere del Trentino di sabato, è una cornice complessiva delle politiche culturali pur a fronte di investimenti significativi fatti negli ultimi anni. Ci fa difetto una visione sistemica. Ciò è grave perché quegli investimenti sono stati fatti in una stagione in cui era stato concepito e avviato con decisione un disegno sistemico che poneva al centro la conoscenza, la cultura e il paesaggio.
Per distinguersi il Trentino va pensato. La parabola parcellizzante — con un’attenzione al molecolare, al considerare una cosa alla volta, sottostando a interessi particolari — appare invece evidente e preoccupante. Gli interessi particolari, di ogni singola istanza e di ogni singolo punto di vista, esistono e la loro manifestazione è più che legittima. Ma l’azione pubblica deve lavorare al contratto sociale, costantemente da rinnovare, che fa di una comunità una realtà degna di tale nome, basata su un linguaggio condiviso con al centro il bene comune. In un processo simile, solo una visione sistemica, certamente attenta agli interessi in gioco, regge la barra ferma verso una strategia precisa. Nella realizzazione del piano urbanistico e, recentemente nell’emanazione della legge di riforma urbanistica, gli interessi sono stati ascoltati, tuttavia la centralità del paesaggio e l’interruzione del consumo di suolo sono stati principi salvaguardati e affermati, generando esiti pregevoli. Oggi i musei non possono più essere luoghi centripeti, autoreferenziali: devono aprirsi al mondo. Un museo delle scienze ha bisogno di un sistema di riferimento e di una vocazione internazionale. Allo stesso tempo il dialogo tra arte e scienza è un obiettivo perseguito nelle realtà più avanzate. Si cerchi di guardare al rapporto tra Muse e Albere in questo senso, con uno sguardo molare e non molecolare e localistico, mentre si integrino le differenze senza confonderle, con il Mart e la Galleria Civica. La cultura è lievito, per i trentini prima di tutto, e per chi visita il Trentino, solo se non ci si propone una contemplazione celebrativa di se stessi, ma si apre al dialogo col mondo.