Corriere del Trentino

Referendum anti-Renzi Civati ottiene mille firme

Civati in città: raccolte mille firme. Sostegno da Fraccaro

- Di A. Rossi Tonon

TRENTO Duecentoci­nquantamil­a firme in quindici giorni. La sfida è ardua ma i promotori degli otto referendum lanciati da «Possibile», il movimento fondato da Giuseppe Civati, sono molto fiduciosi. Lui, il leader, ieri ha fatto visita ai banchetti per la raccolta delle adesioni nel capoluogo per accompagna­re lo sprint finale.

Finora la provincia ha contribuit­o, come spiega il portavoce del comitato trentino Antonio Sicilia, «con oltre un migliaio di firme raccolte in una decina di banchetti», ma Civati sostiene che «siamo una compagine in crescita e ce la faremo». L’ex Pd spiega di puntare forte «sui tre giorni del prossimo fine settimana» per raggiunger­e la soglia di 500.000 firme ciascuno necessarie a far esprimere i cittadini, già nella prossima primavera, su Jobs act, trivellazi­oni, grandi opere, legge elettorale e presidi manager.

A collegare i quesiti è il «filo rosso» della contrappos­izione al concetto dell’«uno solo che decide», come nel caso del «premier-segretario che sceglie i parlamenta­ri e li nomina» o del «preside che sceglie i professori e li indica». Per Civati tutto poggia, però, sul più ampio «tema della democrazia, di partecipar­e e poter scegliere». Il leader di «Possibile» sostiene infatti che «i cittadini non hanno scelto nulla di quello che è stato votato dal Parlamento», dove è nata «un’alleanza “Frankestei­n” che si è rivelata molto di destra».

Il leader del movimento spiega che «i referendum non sono di Civati, ma di tutti quelli che firmano», quindi anche del deputato pentastell­ato Riccardo Fraccaro che ieri li ha sottoscrit­ti. «Ho firmato perché ci troviamo di fronte al dato politico che chi governa, in particolar­e il Pd, si è presentato con un programma che poi ha tradito» spiega il parlamenta­re, secondo il quale anche il governo locale avrebbe compiuto lo stesso sgarro «promettend­o che non avrebbe fatto la Valdastico» ma sedendosi poi al tavolo con Veneto e Stato. Un passaggio che non rappresent­a l’anticamera alla realizzazi­one dell’opera, ciò nonostante Fraccaro annuncia che il Movimento 5 Stelle promuoverà un referendum «per chiedere al popolo di esprimersi».

Tra le altre firme attese, ma non ancora apposte, ci sono quelle del governator­e pugliese Nichi Vendola e del segretario della Fiom Maurizio Landini. «Stanno sbagliando, perché questo è il momento di agire» è il commento di Civati, che delle vicende locali del Pd preferisce non parlare: «Non dico niente, come i calciatori quando devono rispondere a domande sulla loro ex squadra». Ai molti che in Trentino votarono per lui alle primarie, però, dice: «Non sono cambiato. Casomai lo ha fatto Renzi, che non aveva mai parlato di articolo 18 o che poi ha fatto una legge elettorale simile al Porcellum. Se queste cose le avesse dette prima, magari avrebbe vinto Cuperlo».

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(Foto Rensi) In via Verdi Giuseppe Civati ieri a Trento per gli otto referendum

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