Molesta una quindicenne: si scusa e paga
Ventenne nei guai. Avrebbe fatto avances insistenti spaventando la minore
TRENTO Per lui forse era solo un gioco, ma le sue insistenti avances hanno gettato nel panico una ragazzina di soli quindici anni. Un ventenne trentino è finito a processo per molestie nei confronti di una minorenne, conosciuta ad una festa. Il tutto è accaduto nel periodo tra giugno e l’11 agosto dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti il ragazzo, prima insieme ad un amico e poi da solo, avrebbe iniziato a molestare una minorenne. Il giovane durante una festa di paese avrebbe seguito e osservato con insistenza la ragazzina, cercando di attirare l’attenzione e chiamandola più volte «bella». La ragazzina in un primo momento non ci ha fatto caso, ma poi il ragazzo avrebbe cercato di attirare l’attenzione della quindicenne con insistenza. In un’occasione l’avrebbe anche presa per i capelli.
La minore si sarebbe subito confidata con la mamma. Ma all’inizio sembravano episodi isolati. La situazione sarebbe poi degenerata durante un’uscita al bar della ragazzina insieme ad alcuni amici dell’associazione sportiva. La minore sarebbe stata avvicinata dal ventenne trentino che le avrebbe chiesto baci. Intimorita, la quindicenne avrebbe rifiutato cercando di allontanarsi, ma a quel punto il giovane l’avrebbe strattonata afferrandola per un braccio e attirandola a sé. Poi le avrebbe dato un bacio sulla guancia.
Un bacio innocente, ma la minore, spaventata, è tornata subito verso gli amici e a quel punto è intervenuto un signore, che ha assistito alla scena, e ha allontanato in modo deciso il ragazzo. Poi la minore, impaurita, è tornata a casa e ha raccontato tutto ai genitori che a quel punto hanno deciso di sporgere formale denuncia.
Il giovane è finito a processo per molestie, ma alla fine ha trovato un accordo. Il ventenne si è infatti scusato dicendo che non voleva fare del male alla ragazzina e neppure spaventarla, poi ha versato un piccolo risarcimento del danno, in segno di scusa e pentimento. Alla fine i genitori della ragazzina hanno ritirato la querela, il giovane chiuderà i conti con la giustizia con il pagamento di un’oblazione, che prevede l’estinzione del reato.