Circoscrizioni e gettoni, non ho potere decisionale
Egregio direttore, le chiedo cortesemente ospitalità per chiarire una vicenda che si trascina penosamente da qualche giorno e per la quale sono stata attaccata con particolare livore e acrimonia da Marco Ianes, il quale, dopo essersi dimesso da co-portavoce dei Verdi per la frustrazione di non essere stato eletto nel Consiglio comunale, non perde ormai occasione per esprimere critiche gratuite verso una forza politica che lo aveva accolto a braccia aperte e valorizzato in ogni modo e della quale ha portato con me la responsabilità fino all’8 giugno scorso.
L’oggetto del contendere, se così si può dire, sono alcune dichiarazioni da me rilasciate, su richiesta, inerenti i possibili compensi da attribuire ai presidenti dei consigli circoscrizionali e sui gettoni di presenza per i consiglieri, tema all’ordine del giorno della commissione dei capigruppo nel Comune di Trento. La lettera di Ianes, oltre che sommamente offensiva nei miei confronti, cosa sulla quale potrei serenamente glissare comprendendone i motivi reconditi, dimostra una totale ignoranza delle dinamiche istituzionali, di cui non posso che stupirmi.
Mi attribuisce infatti un potere decisionale che ovviamente non ho e a cui non aspiro, nel profondo rispetto delle regole democratiche e nella consapevolezza dei limiti e delle responsabilità del mio ruolo di presidente del Consiglio comunale cittadino. Non mi appartengono, né personalmente né politicamente, i proclami, le dichiarazioni urlate al solo scopo di farsi un po’ di pubblicità. Sono una persona che antepone il lavoro di ogni giorno alle chiacchiere in libertà, soprattutto se costruite, come purtroppo fa Ianes, sui pregiudizi, sulla diffamazione e sulla radicale mancanza di cultura istituzionale. Credo che questo si sia capito a quattro mesi dall’insediamento del consiglio, che mi sforzo di presiedere con competenza e senso di responsabilità.
Nel merito della questione, posto che il giornalista era al corrente del fatto che lunedì 14 la commissione dei capigruppo avrebbe iniziato ad affrontare il problema e su questo mi interpellava e che la reticenza non si addice al mio ruolo, mi sono limitata a parlare del quadro normativo che sarebbe stato alla base dei vari passaggi istituzionali e sul quale l’assessorato al decentramento, sentita la commissione dei capigruppo e la commissione consiliare competente, avrebbe istruito una delibera, la più condivisa possibile, da portare all’attenzione del consiglio comunale.
Ho dunque, per sommi capi, illustrato quanto prevede l’articolo 14 della legge regionale numero 5 del febbraio 2013: «Il consiglio comunale, con deliberazione approvata con il voto favorevole dei due terzi dei consiglieri assegnati (maggioranza qualificata), può (non deve) attribuire un gettone di presenza per i consiglieri delle circoscrizioni per le sole sedute del consiglio circoscrizionale e una indennità ai presidenti dei consigli circoscrizionali, in misura non superiore al 6 % dell’indennità del sindaco per la provincia di Bolzano (i cui compensi sono più alti di quelli previsti per la provincia di Trento) e non superiori al 10% dell’indennità del sindaco per i comuni della provincia di Trento, determinata tenuto conto dell’ampiezza del territorio della circoscrizione, della consistenza demografica e delle funzioni attribuite alla circoscrizione».
Alcuni consiglieri di maggioranza mi hanno accusata addirittura di aver diffuso «dati sensibili», cioè il segreto di Pulcinella, dato che stiamo parlando di una legge regionale che è pubblica e che in quanto amministratori dovrebbero ben conoscere. Una legge che non ho fatto io e che semplicemente, in pieno accordo con l’assessora Maule, terremo come fondamento e base di una discussione che sarà ampia, partecipata e che vedrà i consiglieri di maggioranza e minoranza votare sulla base delle loro convinzioni.
Mi sfuggono perciò le ragioni del clamore di tipo scandalistico, posto che in ogni caso queste nuove disposizioni, anche se applicate al massimo, non prevedono più i gettoni di presenza per le commissioni nelle circoscrizioni e andrebbero comunque più che a dimezzare l’indennità dei presidenti rispetto al passato. E, d’altro canto, faccio fatica a comprendere il timore di alcuni consiglieri, «sbigottiti e feriti» perché la presidente Coppola ha osato riferirsi alle legge regionale che disciplina la materia. Anch’io, per il vero, in questi ultimi mesi sono stata spesso «sbigottita e ferita» dal tono di certe dichiarazioni e da taluni atteggiamenti.
Da cittadina, quale comunque mi pregio di essere, ho altrettanta attenzione per la democrazia partecipativa, che ho studiato e frequentato, che ho difeso e cercato di far valere da consigliere comunale e che sono andata a imparare fino a Porto Alegre (Brasile), durante i meravigliosi Forum che per molti anni hanno consegnato al mondo la visione, la forza e la necessità di una democrazia dal basso, capace di rendere i popoli sempre più partecipi e responsabili del proprio destino. Per questo motivo non accetto lezioni pretestuose e infondate da Ianes, che in modo rancoroso e livoroso si straccia le vesti con un populismo demagogico di cui francamente non si sentiva il bisogno (ce n’è già troppo in circolazione) e una virulenza del tutto fuori luogo, degna certo di miglior causa.
Si tranquillizzi e stia sereno! Non io, ma il consiglio comunale di Trento, del quale purtroppo non è riuscito a far parte, sarà artefice e responsabile di ogni decisione, a maggioranza qualificata dei due terzi e quindi con una ampia convergenza tra maggioranza e opposizione.