Settimane musicali Solista Daniel Hope
L’Academy of St. Martin in the Fields si esibirà al Kursaal con il violinista
Appuntamento oggi, nell’ambito delle Settimane musicali meranesi, con l’Academy of St. Martin in the Fields (Kursaal, 20.30) e il concerto — con Daniel Hope in veste di violinista solista — che rinvia felicemente ai primi anni del festival. Una vera e proprio age d’or, con sir Neville Marriner, leggendario fondatore di questo complesso londinese, che partecipava in prima persona alla stesura del programma delle Settimane, mentre l’Academy — una sorta di orchestra in residence — era ospite fissa di Merano e della manifestazione diretta da Andreas Cappello. Anche Daniel Hope vanta una partecipazione attiva alla programmazione: nel 2013, in veste di artist in residence il violinista curò sei concerti, quattro dei quali interpretati sul palcoscenico. In programma stasera la Sinfonia n. 45 in fa diesis minore, Hob I:45 Sinfonia degli addii di Joseph Haydn, il Concerto n. 1 per violino e orchestra in si bemolle maggiore, K 207 di Wolfgang Amadeus Mozart, il Concerto di Felix Mendelssohn Bartholdy e la Serenata per archi in mi maggiore, op. 22 di Antonín Dvorák. L’Academy of St Martin in the Fields è stata fondata nel 1958 come orchestra da camera. Diretta da Neville Marriner e costituita da alcuni dei migliori musicisti di Londra, si è concentrata in origine sul repertorio dell’epoca barocca, sviluppando uno stile che ha introdotto negli anni ‘60 il revival barocco e ha aperto la strada a numerosi ensemble. Allievo dell’Highgate school di Londra, dal 1992 al 1998 Daniel Hope ha studiato con il pedagogo russo Zakhar Bron e si è diplomato alla Royal Academy of Music di Londra. A 10 anni ha suonato Shostakovich alla televisione inglese con il contrabbassista Gary Karr e l’anno successivo è stato invitato da Yehudi Menuhin a eseguire i Duetti di Bartók alla TV tedesca. Da ciò è scaturita una lunga collaborazione con più di 60 concerti insieme compreso l’ultimo di Lord Menuhin nel ‘99 alla Tonhalle di Düsseldorf.