IL RILANCIO DI UN SOGNO
L’estate si sta avviando a piccoli passi verso la fine e l’agenda autunnale del Comune di Trento è aperta su più temi che stimolano una riflessione approfondita. Nuovo ospedale, revisione del Piano regolatore provinciale, Piano commerciale, bilancio, sicurezza — sempre più spesso al centro delle cronache giornalistiche — sono argomenti che abbisognano di una lettura capace di andare oltre la parzialità, in modo da recuperare una visione il più possibile unitaria. La città è un corpo unico, ogni scelta crea un effetto. Trento, nei prossimi mesi e anni, dovrà muoversi in armonia con il resto del territorio, individuando alcuni punti imprens cindibili, tanto cogenti per il capoluogo quanto per il sistema trentino nel suo insieme. Proprio per questo la città e l’ambito provinciale hanno necessità di uno sguardo strategico unitario, possibilmente non strabico. Uno sguardo dal quale emergano i temi di grande impatto sociale, economico, urbanistico. Alcuni rappresentano delle priorità urgenti, come le aree ferroviarie centrali legate ai terreni dell’attuale quartiere fieristico. Fondamentali, poi, le strategie per università, destra Adige (Piedicastello ed ex Italcementi), piazzale Sanseverino.
La mobilità urbana a basso impatto e i collegamenti Trento- Mesiano/Povo e TrentoMonte Bondone non possono restare ancora inevasi. Senza dimenticare le aree della tangenziale, gli svincoli, i parcheggi A22, oggi terra di nessuno, una sorta di periferia convulsa. Fino ad arrivare a Trento Nord nel difficile, irrisolto, rapporto con Gardolo (e Lavis) e a Sud con le superfici attorno a Mattarello.
Si fa allora necessario un piano di riciclo di edifici «malati», aree produttive e luoghi. Gli spazi per la cultura, con attività connesse, sono importanti per rompere il limite che impedisce lo sviluppo di una filiera creativa. Infine tutta la città ai margini attende una ricomposizione paesaggistica ormai ineludibile.
Non si deve quindi operare in maniera settoriale ma con coraggio, possibilmente avendo lungimiranza, seduti a un tavolo di lavoro composto da amministratori, cittadini, imprenditori, investitori. Tale scelta comporterà il rilancio di un «sogno» possibile per l’intero capoluogo, oggi annichilito da crisi, incertezza, tempi lunghissimi per ogni decisione. Gli attori del possibile cambiamento devono tuttavia salire insieme sul palcoscenico, sentendosi in egual misura protagonisti del futuro urbano.