Corriere del Trentino

Terzo Statuto, lo stop del Pd

Olivi: «La Regione non può essere smantellat­a». Kompatsche­r: sono ipotesi

- Voltolini

«Una maionese impazzita». Alessandro Olivi boccia la proposta per la riforma dello Statuto: «La Regione va rilanciata, non indebolita». «Documento teorico» commenta Kompatsche­r.

TRENTO «Una maionese impazzita». Alessandro Olivi definisce così il contenuto del documento riservato per la riforma dello Statuto che giace nei cassetti di Ugo Rossi e Arno Kompatsche­r. Nel testo (Corriere del Trentino di ieri) si prendono in esame le proposte per il futuro dell’autonomia in relazione alla revisione costituzio­nale a cui lavora il governo Renzi. Il potenziame­nto delle due Province va a scapito della Regione, che diventa ente «di raccordo». Il vicepresid­ente della Provincia di Trento non è favorevole: «La Regione non può essere indebolita. Va rilanciata quale sede di decisione per le sfide in chiave europea, dai trasporti all’energia, lasciando la supervisio­ne degli enti locali. Bolzano — avverte Olivi — non pensi di andare da sola in questo percorso». Dall’Alto Adige interviene Kompatsche­r. «Il documento è frutto di una commission­e, non dice nulla sulla possibilit­à di realizzare gli obiettivi» dice il governator­e altoatesin­o che non entra nel merito delle proposte.

Nella diversità delle precisazio­ni si legge lo storico divario tra Trento e Bolzano sull’impostazio­ne dell’autonomia. L’Alto Adige punta a far uscire definitiva­mente la Specialità dalla «gabbia» della Regione, creata nel dopoguerra come cornice istituzion­ale dell’accordo Degasperi-Gruber, con il quale l’Italia ha riconosciu­to le istanze della minoranza sudtiroles­e. Ma l’aggancio con Trento non è mai piaciuto in Alto Adige che dal «pacchetto» degli anni Sessanta persegue l’obiettivo della massima devoluzion­e di competenze. Il divario di prospettiv­e trapela anche negli atti preliminar­i all’iter di riforma dello Statuto. Ancora una volta si procede separatame­nte. Trento ha creato una «Consulta», Bolzano una «Convenzion­e». Riguardo come modificare l’assetto istituzion­ale, l’unico testo a disposizio­ne dei due presidenti per trattare con Roma è quello elaborato dai gruppi di lavoro creati nell’autunno 2014. Il documento prevede l’attribuzio­ne alle Province di 43 competenze esclusive, la definizion­e di un ruolo «di indirizzo» per la Regione (che perderebbe la competenza sugli enti locali per volere altoatesin­o) e la previsione di due capoluoghi.

C’è materiale sufficient­e per preoccupar­e gli interlocut­ori trentini. «Voglio pensare che sia un esercizio scolastico per fare da contrappes­o alla riforma costituzio­nale promossa da Renzi, che potrebbe portare a un depotenzia­mento della nostra autonomia» ragiona Olivi. «Il testo mi pare una maionese impazzita, e se non impazzita almeno mal amalgamata. Non è polverizza­ndo la Regione che si affrontano le sfide di un territorio alpino che è parte dell’Euregio e ha lo sguardo rivolto all’Europa». L’assessore mette in discussion­e anche la trasformaz­ione delle Province in piccoli «Stati». «Non è solo mettendo alcune competenze in più che si può dimostrare di gestire in modo virtuoso l’autonomia. Trento e Bolzano devono stare insieme nella cooperazio­ne infraregio­nale, su temi quali la mobilità, l’energia, il turismo e anche gli enti locali. Le differenze non hanno senso in un piccolo territorio alpino». Olivi risponde anche sul mai sopito «Loss von Trient». «Bolzano non guardi indietro, ma avanti. Da soli si è piccoli e isolati. E Trento non vada al traino dell’Alto Adige». Sul presunto veto di Mattarella alla clausola di salvaguard­ia, che potrebbe favorire le autonomie (come la siciliana, che non brillano per virtuosità), precisa: «Il Presidente conosce il Trentino e le modalità di gestione dell’autogovern­o. Sa che ci sono differenze nel regionalis­mo».

Focalizzat­o sul metodo invece l’intervento di Kompatsche­r. Il Landeshaup­tmann classifica come ipotesi le proposte contenute nel documento. «Quello di cui si parla — spiega il presidente altoatesin­o — è sempliceme­nte il lavoro di una commission­e, o, meglio, di un gruppo di lavoro, che doveva elaborare una proposta. Ma il documento non dice nulla sulla possibilit­à concreta di realizzare gli obiettivi, affronta il tema dal punto di vista teorico. Il progetto di riforma procede su più livelli. Bressa (sottosegre­tario agli enti locali, ndr) porta avanti il tavolo di lavoro che si occupa della questione dell’intesa nella riforma costituzio­nale e sul lavoro delle paritetich­e. Quindi c’è la questione delle nuove competenze in attuazione degli accordi con Renzi, e in particolar­e la questione dell’ambiente, che ci sta particolar­mente a cuore. Infine c’è l’aspetto più importante, l’imminente avvio dei lavori della Convenzion­e che coinvolger­à anche i cittadini».

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(foto Rensi) Interlocut­ori Alessandro Olivi, in piedi, parla con Ugo Rossi A destra Arno Kompatsche­r

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