Corriere del Trentino

Palermo: «Sarà un ente di coordiname­nto»

Il costituzio­nalista: «Più competenze alle Province». Fravezzi: «Tema delicato, valutare con attenzione»

- Caterina De Benedictis

TRENTO La proposta di modifica dello Statuto elaborata dai tecnici per Ugo Rossi e Arno Kompatsche­r suscita reazioni diverse.

Francesco Palermo (Svp-Pd) è un costituzio­nalista ed è stato membro del gruppo di lavoro altoatesin­o che ha lavorato insieme a quello trentino alla stesura della proposta: «La Commission­e — riconosce — ha indubbiame­nte lavorato per un trasferime­nto di competenze dalla Regione alle Province, ma non bisogna dimenticar­e che contempora­neamente si è operato anche per una valorizzaz­ione della Regione come ente di coordiname­nto». Cosa significa? «Nonostante molte materie di peso siano da tempo di competenza esclusivam­ente provincial­e, come l’istruzione o la sanità, un coordiname­nto risulta indispensa­bile». La Regione, a detta di Palermo, non verrebbe così svuotata del suo potere, ma «sarebbe piuttosto trasformat­a da ente amministra­tivo a ente di coordiname­nto».

C’è chi, a differenza di Palermo, preferisce non esprimersi nel merito alla questione. «La revisione dello Statuto è ancora una proposta — premette il senatore Vittorio Fravezzi (Upt) — un’ipotesi sulla quale credo sia il caso di confrontar­si attentamen­te, essendo l’argomento particolar­mente delicato. Si tratta di un’operazione che non può essere svolta a livello inter-legislativ­o — continua Fravezzi — Serve capire come agire nella specificit­à del caso, senza dimenticar­e la necessità di un accordo con Bolzano e dell’appoggio del Parlamento», un elemento quest’ultimo tutt’altro che scontato.

Il dibattito non si ferma qui: grande importanza ha avuto, infatti, la questione riguardant­e la partecipaz­ione della società civile al dialogo sull’autonomia. Se a Bolzano esiste già una Convenzion­e — che nascerà ufficialme­nte entro la fine dell’anno — a Trento la strada sembra ancora lunga. «Le proposte sono molte — ricorda Palermo — ma l’ipotesi ad oggi più plausibile è la creazione di una Consulta formata da parti politiche, società civile organizzat­a e “disorganiz­zata”». «Si tratta di un’iniziativa importante in termini culturali — conclude Vittorio Fravezzi — Bisogna far capire alla gente cosa significa vivere in un territorio che si autogovern­a».

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Parlamenta­re Francesco Palermo

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