Profughi, Muser invoca sinergie «Parrocchie del Nordest unite»
Conferenza del Triveneto a Bressanone. «Aprire le menti»
BOLZANO I profughi diventano protagonisti della Conferenza episcopale regionale del Triveneto, tenutasi a Bressanone lunedì e martedì. Tutte e quindici le diocesi presenti alla Conferenza hanno ribadito che si tratta di una questione prioritaria: «La nuova e sempre più vasta emergenza profughi che coinvolge tutta l’Europa, comprese le nostre regioni del Nordest, richiede alle comunità cristiane la risposta di una fede capace di amore e accoglienza, in un atteggiamento di conversione e apertura all’altro e alle sofferenze di quanti fuggono da luoghi travagliati. Diocesi, parrocchie e realtà associative di queste regioni — hanno spiegato i vescovi riuniti — si sono da tempo attivate e spesso promuovono già forme significative di accoglienza, il passo in avanti che oggi ci viene sollecitato consiste nel porsi, da parte delle diocesi, come interlocutori stabili ed ufficiali sia nei confronti delle istituzioni locali, che nella specifica attività di supporto fornita alle realtà ecclesiali».
A sottolineare l’importanza del tema e l’attivismo della chiesa anche il vescovo di Bolzano e Bressanone, Ivo Muser. «La Caritas diocesana compie ogni giorno un lavoro eccezionale, allo stesso tempo, però, c’è bisogno di maggiore sensibilizzazione, di un clima di accoglienza — ha detto il presule — Le strutture sono importanti, però non basta mettere a disposizione un tetto, si tratta soprattutto di accogliere partendo dalle menti e dai cuori degli uomini». Il vescovo Muser ha inoltre invitato le diocesi presenti a creare una rete e, dove possibile, a operare in sinergia: «Nei singoli territori le situazioni sono differenti, ma le questioni comuni e le sfide pastorali sono le stesse».
Sulla questione si è espresso anche il Patriarca di Venezia, nonché presidente della Conferenza episcopale del triveneto, Francesco Moraglia: «Dobbiamo far capire alle persone che chi viene qui non lo fa per libera scelta: sono esseri umani che fuggono da guerre o che non hanno il necessario per vivere».