Pergine Concerto dell’ex chitarrista di Vasco domenica a Pergine Il musicista annuncia sorprese e dice: «Mi piace il Luca Olzer trio» Braido on stage
Cresce l’attesa per il ritorno in Trentino di Andrea Braido con un live show di domenica 20 settembre, inizio alle 21. Il musicista considerato uno dei più creativi e validi chitarristi italiani si esibirà al Teatro comunale di Pergine accompagnato dagli altri due terzi del suo Andrea Braido Jazz Organ Trio, Vito Di Modugno organo e Alex Napolitano batteria.
Che reazione si aspetta dai suoi compaesani perginensi?
«Le reazioni sono sempre diverse a seconda della musica e degli anni che passano. Ci sarà gente che non mi sente suonare da quando avevo vent’anni. Ad ogni modo io penso positivamente e la mia filosofia è dare sempre il massimo all’insegna di emozioni e qualità».
Ha identificato uno stile, un approccio o un repertorio che potrebbe essere apprezzato da quel pubblico?
«È possibile che a Pergine mi conoscano e mi apprezzino più come rocker, ma in questo caso indosserò soprattutto le vesti del jazzista con un jazz organ trio di qualità. Certo, i miei trascorsi nel rock, nel funk e nel soul verranno comunque fuori con tutte le altre influenze. Diciamo che magari non farò Whole Lotta Love di Led Zeppelin, ma amo le miscele di linguaggi e si sentirà».
Con le nuove tecnologie e i nuovi mezzi di comunicazione ci sono ancora molte differenze nell’approccio e nella fruizione della musica in un posto piuttosto che in un altro o ci si sta uniformando?
«Al giorno d’oggi una cosa buona è la facilità nel reperire informazioni. Ai miei tempi era più difficile. Solo recentemente, grazie a internet, sono riuscito a ricostruire la discografia della mia infanzia, ovvero tutta quella musica che ascoltavo con passione, ma non sapevo bene cosa fosse. Un aspetto negativo è la superficialità e la faciloneria con cui tutti possono dichiararsi artisti ottenendo un discreto spazio e una certa visibilità online. È più difficile riconoscere l’autentica qualità delle cose».
Lei è considerato un grande virtuoso. Qualche volta il virtuosismo deve però lasciare spazio alla musica limitando, i “fuochi d’artificio tecnici” in favore di un’espressività più ampia, minimale o rilassata. È d’accordo?
«Certo. Devo dire che in passato, essendo stato un talento precoce, mi hanno accusato di eccessivo virtuosismo. Ho però la sensazione che ora si stia riscoprendo quel mio modo di suonare che, per una peculiarità personale, era rapido e ritmico al punto da essere frainteso. A ben vedere avevo ragione, lo dimostra il fatto che i miei assoli sono ancora un tema di dibattito. Va poi detto che con Mina ho suonato anche molte cose più tranquille».
Deve essere difficile “togliere roba” quando si padroneggia tanto bene uno strumento. Fino a che punto pensa che quest’ultimo possa influire sull’approccio musicale?
«Alcuni strumenti pongono dei limiti, per esempio nel fraseggio. Anche una chitarra stenta a fraseggiare come un sassofono in alcuni ambiti. Eppure esistono trombonisti e contrabbassisti che suonano come Charlie Parker e sono convinto che da qualche parte ci sarà persino qualche arpista e violoncellista “be-bop”. I limiti esistono solo nella testa».
Ci dica ancora qualcosa del “suo” e del “nostro” Trentino.
«Ho sentito un bel disco recentemente, quello del trio di Luca Olzer, un bravo pianista mocheno. Siccome al mio concerto ci saranno tanti ospiti e amici e lui è il nipote dell’artista figurativo Luciano Olzer, a cui sono molto legato, non mancheranno le sorprese».
Virtuoso Il chitarrista trentino Andrea Braido
Dal vivo La musica live al centro della stagione di Vezzano. Sotto Paola Turci