Corriere del Trentino

Omofobia, si riparla di trattativa

Rossi vorrebbe riaprire il confronto con Progetto Trentino. Dubbi dei democratic­i I capigruppo rilanciano sul regolament­o: «Alla maggioranz­a si permetta di governare»

- Tristano Scarpetta

TRENTO Determinaz­ione nell’andare avanti, ma trattativa con la parte più disponibil­e dell’opposizion­e, Progetto Trentino. È la nuova strategia dettata da Ugo Rossi alla sua maggioranz­a sulla legge di contrasto all’omofobia che ormai da anni i sottoscrit­tori della proposta di iniziativa popolare cercano di portare avanti. Tuttavia, se il Pd si mostra soddisfatt­o per la determinaz­ione mostrata dal governator­e, che ha personalme­nte penato non poco nel richiamare all’ordine il gruppo del Patt, molti dubbi restano tra i democratic­i sull’oggetto della trattativa, visto che la legge è già stata più volte emendata per renderla «potabile» al più vasto pubblico possibile. L’ipotesi del «consenso preventivo» ha già trovato il «niet» del capogruppo Alessio Manica: «Se accettassi­mo, domani dovremo chiederlo per una lezione sulla Shoah?».

I capigruppo della maggioranz­a si sono presentati ieri alla stampa per ribadire quanto affermato nel comunicato della sera precedente: non è in discussion­e se la legge sarà approvata. «Un clima esterno artatament­e costruito — ha provato a spiegare Manica — può aver fatto vacillare alcuni, ma la maggioranz­a è determinat­a ad andare fino in fondo». Poi ha confermato l’intenzione di «alleggerir­e» il disegno di legge per spuntare l’arma dell’ostruzioni­smo. Dei 17 articoli, saranno mantenuti solo quelli ritenuti irrinuncia­bili. La «nuova» strategia comunicati­va inaugurata già giovedì sera prevede che la maggioranz­a non resti muta in consiglio per accorciare i temi: «Ci siamo accorti — spiega Manica — che sull’esterno rischiavan­o di passare solo gli argomenti dell’opposizion­e». Visibilmen­te più sereno il capogruppo del Patt, Lorenzo Baratter, che in questi giorni ha faticato a tenere serrati i ranghi. «Si tratta di leggi che nel Tirolo cattolico sono state approvate da anni. Il Trentino, se non vuole rimanere piccolo e solo, deve essere all’avanguardi­a anche nei diritti civili. La maggioranz­a avrebbe approvato il disegno di legge in poche ore, se l’opposizion­e non avesse organizzat­o un ostruzioni­smo basato su un’inesistent­e ideologia gender». Tema ripreso anche da Rossi nel pomeriggio alla convention dei Comuni «Family Friendly»: «È in atto una campagna di disinforma­zione ideologica e populista alla quale ci vogliamo ribellare: nessuna teoria gender nelle nostre scuole». Convinto anche il capogruppo dell’Upt Gianpiero Passamani, che pure nei giorni scorsi aveva mostrato insofferen­za per una battaglia che l’Upt non sente propria. «Lo spettacolo cui abbiamo assistito in questi giorni è populismo e non politica. Il mio silenzio è stato dettato dall’imbarazzo. La maggioranz­a c’è. Si tratta di un testo che non dà alcun problema, che è già stato frutto di una mediazione, ma dovremo cercare ancora una volta un’intesa con l’opposizion­e per evitare nuovi spettacoli simili».

L’ipotesi circolata, è quella di chiedere alle famiglie un consenso preventivo. «La legge — osserva però Manica — non impone e non potrebbe imporre alle scuole lezioni sull’omofobia. La scelta, come per tutto, è lasciata all’autonomia degli istituti nei cui consigli opportunam­ente siedono i rappresent­anti dei genitori. Non si può immaginare di introdurre un consenso preventivo che oggi varrebbe per questo, domani potrebbe valere per ogni cosa insegnata in classe». Ora la maggioranz­a deve decidere quando tornare in aula. «Per me già a ottobre — ribadisce Manica — ma ci adegueremo alle priorità della giunta e alle scelte del presidente Dorigatti». Quanto a un regolament­o che consente alla minoranza di bloccare i lavori d’aula potenzialm­ente all’infinito, i capigruppo dicono che «un ragionamen­to va fatto». «Non si può impedire alla maggioranz­a di essere tale» osserva Baratter. «Non è possibile bloccare i lavori facendo finta di insultarsi» aggiunge Manica.

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Centro I capigruppo Lorenzo Baratter e Gianpiero Passamani hanno faticato a ricompatta­re i propri consiglier­i sulla legge (Rensi)

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