Corriere del Trentino

Tonini: «Regione, non tocchiamo i muri portanti»

Il senatore: «Dem, a Trento abbiamo smesso di parlare di noi per discutere di nodi politici»

- T. Sc.

TRENTO Sulla Regione Giorgio Tonini ha un’idea ben precisa: «Ragioniamo pure di manutenzio­ne anche straordina­ria, ma lasciamo stare i muri portanti, rischiamo di far crollare tutto e in un eventuale contrasto, prevarrebb­e Bolzano».

Senatore, è realistico immaginare un rafforzame­nto delle prerogativ­e autonomist­iche come adeguament­o di una riforma costituzio­nale che riaccentra i poteri nelle mani dello Stato?

«Non sono d’accordo con questa lettura. È vero, lo Stato toglie alle Regioni alcune competenze, ma nel nuovo Senato le Regioni potranno controllar­e l’operato del governo e decidere in materia di revisione costituzio­nale.

Non è un passo indietro, è un nuovo assetto».

Ma in questo nuovo assetto, un rafforzame­nto dell’autonomia è realistico?

«Un tentativo lo si può fare, se si riesce a rafforzare il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzio­ne, quello che prevede per le Regioni ordinarie la possibilit­à di chiedere nuove competenze, il federalism­o asimmetric­o, rimasto lettera morta dalla riforma del 2001 evidenteme­nte perché gridare contro Roma ladrona era più comodo che operare concretame­nte. Nel nuovo Senato le Speciali dovranno saper tessere alleanze non più solo con il governo, ma anche con le Regioni ordinarie: ogni modifica costituzio­nale, quindi anche statutaria, passerà dal Senato».

Quindi meglio accelerare in questa legislatur­a?

«Sì».

Oltre che di modifiche a

breve termine dello Statuto, si ragiona anche di una possibile riscrittur­a complessiv­a, con un nuovo ruolo per la Regione. Lei che ne pensa?

«Il nostro Statuto è frutto di un equilibrio molto delicato. Qualsiasi tentativo di ridisegno istituzion­ale del ruolo della Regione potrebbe avere effetti imprevedib­ili. Se poi sviluppass­imo due proposte divergenti e con quelle discutessi­mo con Roma, allora si tratterebb­e di un suicidio certo. Io credo che un nuovo ruolo politico di collaboraz­ione tra Trento e Bolzano possa essere attribuito alla Regione a quadro istituzion­ale immutato».

In questa fase non le pare che gli interlocut­ori del governo

siano i rappresent­ati altoatesin­i?

«Diciamo che potrebbe finire così se noi trentini ci infilassim­o in percorsi velleitari. La Provincia di Trento ha sempre saputo trovare interlocut­ori e il Pd governa oggi a Roma come a Trento».

A proposito di Pd. Fino a poco tempo fa si discuteva molto di congresso. Non è che si è preferito lasciare la guida al gruppo provincial­e rinunciand­o al confronto politico?

«No, direi che si è finalmente smesso di parlare solo di noi e si è cominciato a parlare di temi come la Valdastico, o la stessa Regione. La soluzione individuat­a con Barbacovi alla segreteria, seppure provvisori­a, mi pare una buona soluzione. Quanto al congresso, anche il Trentino sta attendendo la definizion­e di nuove regole nazionali».

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(foto ?? Palazzo Madama Giorgio Tonini è stato eletto nel 2013 nel collegio uninominal­e della Valsugana grazie al sostegno di Pd, Patt e Upt
Rensi) (foto Palazzo Madama Giorgio Tonini è stato eletto nel 2013 nel collegio uninominal­e della Valsugana grazie al sostegno di Pd, Patt e Upt

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