Spaccata alla Cgil: distrutte sette vetrate Telecamere, ripresi in due a volto coperto
Ianeselli: difesa dei diritti, violenza inutile. La polizia indaga. Gara di solidarietà. Rossi: atto grave
TRENTO Sette vetrate rotte e una scritta fatta con la vernice nera: «Servi dei padroni, complici di Marangoni». Spaccata la scorsa notte, tra giovedì e venerdì, alla sede di via Muredei della Cgil. Il segretario Franco Ianeselli condanna l’accaduto; solidarietà arriva dalle istituzioni, dal mondo della politica, dagli Industriali e da Cisl e Uil. Intanto indaga la Digos. Non è esclusa una matrice antagonista.
Due individui incappucciati, con il volto coperto, armati di mazza: sarebbero i protagonisti dell’atto di vandalismo che si è verificato poco dopo le due di notte al sindacato di via Muredei. A trovare le sette vetrate rotte sono stati ieri mattina i primi dipendenti a prendere servizio, prima delle otto. Poi la chiamata alle forze dell’ordine: dopo la denuncia alla polizia sono state consegnate alla anche le registrazioni delle videocamere installate esternamente alla sede. In queste si vedrebbero due individui agire con una mazza di legno.
«Non è la prima volta che accade una cosa simile, è già successo negli scorsi mesi», ricorda il segretario della Cgil Franco Ianeselli. Già ieri in via Muredei il sindacato si stava attrezzando per sistemare i danni provocati alla sede. «È un atto di squallida intimidazione di fronte alla quale reagiamo con fermezza — dichiara il segretario — Non sono azioni vili di questo tipo che ci fari. ranno fare marcia indietro sul nostro percorso in difesa di tutti i lavoratori e dei diritti». Fa riferimento alla trattativa condotta con i vertici dell’azienda roveretana in cui di recente si sono registrate contestazioni dei lavoratori in concomitanza della firma della cassa integrazione e all’annuncio di una cinquantina di esube- La rappresentanza dei confederali in fabbrica è in calo, in crescita i Cobas. «Tutti gli accordi siglati alla Marangoni, non da ultimo quello di agosto — dice Ianeselli — hanno avuto come unico obiettivo la tutela dei lavoratori. Rivendichiamo le ragioni delle scelte assunte dalla confederazione e dalle categorie con responsabilità nei confronti di tutti i dipendenti. Non è con la violenza che si determinano le trattative o si difendono i diritti». «Di fronte alla violenza di chi vuole strumentalizzare la difficile situazione — aggiunge —, la Cgil reagisce unita, mantenendo saldo il proprio obiettivo di dare voce e sostenere le lavoratrici e i lavoratori».
Solidarietà a via Muredei arriva da diversi ambiti. Primo a intervenire ieri mattina il presidente del consiglio Bruno Dorigatti: «Sono stato sul posto per esprimere la vicinanza delle istituzioni e la più ferma condanna per questo gesto anonimo, violento e inaccettabile che ci riporta ad anni bui della storia italiana». È seguita la presa di posizione del governatore Rossi: «Si tratta di un atto grave che va stigmatizzato, verso il quale non possiamo che esprimere una ferma condanna. Questi episodi sono gravi ancor più perché rivolti a chi opera da sempre a fianco dei lavoratori». Quindi del sindaco Andreatta che parla di «un atto violento e ingiustificabile».
Anche Cisl e Uil hanno emanato una nota per esprimere «vicinanza e solidarietà»: «Non è mai con la violenza che si esprime il dissenso ma è con il confronto, a volte anche difficile, che si possono far valere le proprie idee. La messa in cassa integrazione o la perdita del lavoro sono drammi che colpiscono i ceti più deboli della società e il sindacato di ciò è consapevole». Presa di posizione anche del Pd tramite il segretario Sergio Barbacovi («Un gesto ingiustificabile e ignobile») e condanna di Palazzo Stella: «Ci sono molti modi per manifestare civilmente il proprio dissenso — afferma il presidente Bonazzi — Quanto accaduto questa notte è inaccettabile e va censurato fermamente».