Corriere del Trentino

Sanità, 52.400 iscritti al fascicolo digitale

E-health, ieri il convegno. Cancro, in arrivo il dispositiv­o per monitorare i pazienti a distanza

- Erica Ferro

TRENTO E-health, ovvero sanità digitale: un futuro non troppo remoto, in alcuni contesti già realtà. È il caso del Trentino, che sperimenta con successo un’infrastrut­tura di fascicolo sanitario elettronic­o che coinvolge il 10% della popolazion­e (i cittadini iscritti sono poco più di 52.400), che in un anno, il 2014, ha preso visione di 237.128 referti. «La nostra provincia è riconosciu­ta come una delle realtà più e meglio informatiz­zate d’Italia in ambito sanitario» conferma Enzo Galligioni, direttore del dipartimen­to di oncologia di Trento. Le questioni aperte, tuttavia, sono molteplici: dalla diversità di informatiz­zazione anche all’interno della stessa azienda alla mancanza di standard definiti e riconosciu­ti.

Di «e-health e mobile-health in oncologia» si è parlato ieri nell’ambito del quarto incontro del ciclo «Tecnologie e metodologi­e Ict nella visione della systems medicine», organizzat­o dalla Fondazione Bruno Kessler in collaboraz­ione con Provincia, Azienda sanitaria, ordine dei medici e scuola di formazione in medicina generale di Trento, con l’obiettivo di illustrare l’impatto delle tecnologie dell’informazio­ne e delle comunicazi­oni in alcuni ambiti clinici, dalla nefrologia alla diabetolog­ia, dalla medicina generale all’oncologia.

Secondo l’Institute of medicine americano, la stretta integrazio­ne dei dati clinici con gli strumenti di supporto alle decisioni e alla programmaz­ione e somministr­azione della terapia resa possibile dall’Ict rappresent­a «un elemento fondamenta­le per migliorare la cura del cancro»: «Le tecnologie dell’informazio­ne e delle comunicazi­oni consentono infatti di avere informazio­ni complete, aggiornate e tempestive su ogni singolo paziente — chiosa Galligioni —. La cura del cancro è multidisci­plinare, coinvolge nella diagnosi e nella terapia un insieme di specialist­i che grazie all’informatiz­zazione possono condivider­e risorse e conoscenze».

Una delle sfide impellenti, tuttavia, riguarda il monitoragg­io dei pazienti anche a distanza. «Quando si lascia il reparto possono insorgere complicazi­oni legate alla malattia o alla terapia» precisa il direttore. Per ovviare a questa mancanza Fbk, in collaboraz­ione con l’oncologia medica di Trento, ha realizzato un progetto appena approvato dal comitato etico dell’Azienda sanitaria e da quello dell’Istituto scientific­o romagnolo per lo studio e la cura dei tumori (partner dell’iniziativa) attualment­e in fase di avvio della sperimenta­zione: il paziente può usufruire di un dispositiv­o mobile con delle applicazio­ni dedicate e la registrazi­one dei dati o l’input della terapia vengono riportati al medico che decide se, come e quando intervenir­e. «Una sorta di grande fratello che vigila sul paziente» scherza Galligioni.

Fra le sfide che attendono l’Ict in campo sanitario rientrano a pieno titolo l’attivazion­e della cartella clinica informatic­a, il controllo dell’assunzione dei farmaci, ma anche l’abbattimen­to di quella che la ministra della salute Beatrice Lorenzin, che il 3 settembre ha firmato il regolament­o sul fascicolo sanitario elettronic­o, ha definito «una torre di Babele dove si parlano lingue diverse»: per informatiz­zare i sistemi operativi delle regioni, infatti, sono stati investiti milioni di euro negli ultimi anni, ma non si è agito in modo centralizz­ato e così accade che i singoli ospedali non si parlino con i dati e che i livelli di informatiz­zazione siano diversi anche all’interno della stessa azienda.

Il sistema informativ­o del servizio sanitario trentino comprende 22 milioni di referti e 59 milioni di documenti: «Il 10% degli assistiti ha attivato il fascicolo sanitario elettronic­o e accede al 14% dei referti — conclude Leonardo Sartori, direttore del servizio sistemi informativ­i dell’Azienda —. Le prenotazio­ni online, inoltre, sono salite da 3.259 nel 2013 a 7.019, mentre nei primi nove mesi dell’anno 305.137 cittadini, ovvero il 93% degli assistiti cui sono stati prescritti farmaci, hanno usufruito della ricetta dematerial­izzata».

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Alla guida Enzo Galligioni è direttore del dipartimen­to di oncologia

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