Corriere del Trentino

Architetti, spaccatura sulla presidenza

Consiglio diviso tra i nomi di Franceschi­ni e Bazzanella. Ipotesi di mediazione su Serafini

- Marika Giovannini

TRENTO Che la nomina del nuovo presidente non si sarebbe risolta in un passaggio scontato lo si era capito fin dal giorno delle elezioni. E ora, in vista della prima riunione del consiglio (in agenda lunedì) e con la spaccatura del «Manifesto architetti» ormai evidente (a inizio settembre era solo abbozzata), all’interno dell’Ordine degli Architetti la sensazione è ancora più netta.

Sulla carta, in realtà, il quadro non sarebbe potuto sembrare più semplice, visto che praticamen­te tutti i candidati si erano presentati sotto l’ala del «Manifesto architetti», il movimento fondato quattro anni fa dal presidente uscente Alberto Winterle e da Alessandro Franceschi­ni per superare le divisioni interne. E considerat­o che, proprio per evitare problemi, i componenti del movimento avevano concordato, per l’individuaz­ione del presidente, la regola «secca» del numero di voti ottenuti.

Ma l’esito delle urne ha subito mostrato una possibile sfida a due per la presidenza: da una parte lo stesso Franceschi­ni, il più votato (con 150 preferenze), dall’altra Ugo Bazzanella, vicepresid­ente uscente, staccato da Franceschi­ni di soli 9 voti (141 preferenze).

Bazzanella all’interno del nuovo consiglio ha catalizzat­o attorno a sé una sorta di «cordata», composta per lo più da consiglier­i uscenti e riconferma­ti: una «fronda» che ora potrebbe ribaltare anche il risultato delle urne. O, comunque, tenere in bilico la nomina del presidente fino all’ultimo.

Proprio questa divisione del consiglio (tra pro-Franceschi­ni e pro-Bazzanella) sta preoccupan­do non poco gli architetti. In molti, infatti, ricordano la difficile situazione creatasi dopo le elezioni del 2009, quando la spaccatura interna al consiglio per la nomina del presidente (allora la spuntò Mario Agostini) aveva reso difficile ogni passaggio. Il timore è che oggi la situazione si ripeta, in un quadro però molto più complicato per l’intera categoria: il ricorso continuo alla «conta» dei voti e la necessità di trovare accordi per ogni argomento sembrano a molti prospettiv­e non percorribi­li, che rischiano di bloccare l’attività.

In questo senso, all’interno dell’ordine sta prendendo piede l’idea di individuar­e una sorta di mediazione per superare il dualismo di questi giorni. L’ipotesi che sta maturando in queste ore sembra essere quella di una «terza via». Vale a dire, della convergenz­a su un terzo nome, in grado di garantire un periodo di transizion­e fino alla prossima tornata. Seguendo l’ordine dei voti, la scelta potrebbe cadere quindi su Susanna Serafini, terza per preferenze dietro a Franceschi­ni e Bazzanella (lo stesso Franceschi­ni sembra essere disposto a un passo indietro), oltre che rappresent­ante della numerosa componente «rosa» del consiglio.

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