Valsugana, acciaieria nel mirino
Il comitato 26 gennaio denuncia: «Polveri ferrose nelle emissioni»
TRENTO Il comitato «26 gennaio», guidato dall’avvocato Mario Giuliano, continua la battaglia contro l’acciaieria Leali Steel di Borgo Valsugana: nella conferenza stampa per la presentazione di un incontro, il 25 settembre a Borgo, in cui si discuterà dell’impatto ambientale dell’acciaieria, Giuliano ha annunciato che intraprenderà a breve un procedimento legale per «disastro ambientale e omicidio colposo» contro lo stabilimento di proprietà di Gary Klesch.
«Le nostre ultime rilevazioni — spiega l’avvocato del comitato — dimostrano che le emissioni dell’acciaieria non sono, come continua a ripetere l’azienda, vapore acqueo: abbiamo individuato componenti di polveri ferrose. La popolazione, inoltre, ha registrato diversi casi, diagnosticati dall’ospedale, di congiuntiviti chimiche». Il comitato «26 gennaio», che prende il nome dalla data in cui si concluse nel 2012 il processo «fumo negli occhi» contro la Acciaierie Valsugana Spa, «ha monitorato le emissioni dello stabilimento negli ultimi anni — prosegue Giuliano — mostrando come esse vadano ben al di là dei limiti imposti dalla legge provinciale. Un risultato in linea con il rapporto di Borroni». Sono stati diversi, infatti, gli studi fatti sia dall’Appa (Azienda provinciale per la protezione dell’ambiente) sia da ricercatori esterni, come diverse sono state le cause intentate alla Leali steel dopo la conclusione di «fumo negli occhi». «Ogni procedimento legale contro l’acciaieria si è concluso con una multa e nulla di più» critica Giuliano, che ora però intende alzare il tiro: «Tra non molto depositerò, a nome del comitato, una denuncia per disastro ambientale e omicidio colposo contro l’azienda. Abbiamo infatti analizzato sette biopsie di malati tumorali, sei della Valsugana e uno della Val di Sole, rilevando soltanto nei pazienti della Valsugana la presenza di particelle di ferro e metalli pesanti in percentuali molto maggiori rispetto alle soglie di guardia». Altre biopsie, risalenti al 2013 e 2014, sono invece state fatte analizzando il fegato di alcuni ovini: «Abbiamo preso una pecora che pascolava davanti allo stabilimento e un’altra proveniente dalla Val di Fiemme. La pecora di Borgo Valsugana presentava valori di Pcb superiori del 250% rispetto al limite, mostrando inoltre consistenti percentuali di cadmio».
I membri del comitato, tuttavia, non hanno molta fiducia nell’esito che l’iniziativa potrà avere: «Manca la volontà politica di arrivare alla verità» sostiene un’attivista, riferendosi al comportamento «ambiguo» della Provincia e dell’Appa. La Leali steel, che ha una sede produttiva anche a Odolo (Brescia), non replica all’annuncio di Giuliano.