Puffi, scozzesi, surfisti e supereroi Quando la corsa è un carnevale
Strongmanrun di successo. Vincono Gallo e Kraus. Valduga: da ripetere
ROVERETO Alla stazione di Rovereto, sul regionale delle 12.46, salgono gli studenti, di ritorno a casa dopo la scuola, e scendono cheerleaders, improvvisati calciatori, insospettabili ragazze che appena lontane dai binari non esitano a spogliarsi per indossare costumi azzardati. Bastava prendere un treno, ieri all’ora di pranzo, per capire che qualcosa di assolutamente insolito stava succedendo in Trentino. La quarta edizione roveretana della Strongmanrun, «The Original», la gara degli albori, quella da venti chilometri, si è rivelata ancora una volta un successo: nonostante i partecipanti fossero un migliaio in meno rispetto all’anno scorso, la obstacle race più pazza di tutti i tempi ha visto correre per le strade della città 4.600 persone. Speranze di assistere alla «corsa più forte di tutti i tempi» anche il prossimo anno? «Certo, ci stiamo organizzando per questo» conferma il sindaco Francesco Valduga.
I runners, nel frattempo, strepitanti alla linea di partenza — ci sono i meccanici della Ferrari, alcuni uomini primitivi, dei legionari e pure un gruppo di dipendenti di un’azienda pugliese con tanto di palino e pizza gigante — inneggiano al primo cittadino «nudo, nudo». Perché la Strongmanrun è una festa, il carnevale dello sport. Ma è anche una gara: certo, a percorrere i quasi venti chilometri del percorso (due giri da 9,75) in poco più di un’ora (1h22’09’’ per la precisione) sono in pochi. Anzi, è uno solo: come l’anno scorso (quando sul traguardo era arrivato con il compagno di squadra Alex Baldaccini) e l’anno precedente, a vincere per la terza volta è stato Paolo Gallo, podista e corridore in montagna del Brooks Running Team, che ha staccato al traguardo Gabriele Abate e il tedesco Lucas Kempe. E pensare che ha pure sbagliato strada verso la fine del primo giro. Al fondo della discesa di via Acquedotto invece di girare a sinistra è andato dritto e si è fatto tutto il giro della città prima di raccapezzarsi e tornare sui suoi passi. «È stata una bella gara — commenta al traguardo — arrivata al termine di una stagione difficile per me, sono contento». La prima donna a completare il percorso, invece, è Susanne Kraus, che precede di una decina di minuti Sandra Bassot e Sharon Dinasta.
A detta di tutti, attraversare le vasche gelide è stata la difficoltà maggiore. Una di dodici metri al termine di uno scivolo di trenta nei pressi di Trentino sviluppo, un’altra, senza scaletta per uscire, in corso Bettini, e poi una vera e propria piscina olimpionica di 50 metri in cui avanzare a nuoto. Senza dimenticare, naturalmente, il guado nelle acque non propriamente calde del Leno. Insomma, non una gara per cuori deboli. Di certo, per spiriti allegri. E pieni di inventiva in certi casi. Al primo giro di boa un gruppo di «speed check» si posiziona sulla linea del traguardo e fa le multe ai corridori per eccesso di velocità. Nemmeno il tempo di ripartire che alle loro spalle arriva un trio che estrae dagli zaini un tavolino componibile e ingaggia una battaglia al gioco della morra.
«Non è solo un evento sportivo, ma soprattutto una grande festa e una vera gioia per tutti i partecipanti» commenta Valduga mentre accanto a lui sfilano la squadra di bob giamaicana, surfisti muniti di tavole, supereroi di ogni genere, la Banda bassotti, i bagnini di Baywatch, calciatori assortiti, scozzesi in kilt, chirurghi, templari, birre in formato umano, frati, Puffi e pure — alla faccia dell’orso — il «Comitato ripopolamento del panda trentino».
In corso Bettini, ai piedi di «The Titan», un saliscendi lungo 40 metri di balle di fieno, container, gomme e reti, c’è chi lancia raccomandazioni: «Vai piano, non farti male». Un pirata scende, fradicio, con la spada tra i denti. Un gruppo di Minions si immerge felice in un gonfiabile ricolmo di schiuma. Il runner più anziano ha 69 anni, 18 il più giovane. Se è vero che il maggior numero di alfieri (1.500) lo fornisce la regione, seguita da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, non mancano nemmeno un molisano, alcuni calabresi e siciliani.
«Eventi spettacolari come la Strongmanrun servono a promuovere non solo lo sport in una dimensione diversa, più aggregante e divertente — conclude il sindaco — ma anche la vocazione turistica del nostro territorio». Appuntamento al prossimo anno, dunque? «Sì, ci stiamo organizzando per questo».