CORRADINI E LE DUE SCUOLE PER IL NEPAL
Ifondi raccolti dopo il terremoto del Nepal dall’associazione CiaoNamastè saranno usati per ricostruire due scuole nei villaggi di Jungal Dada e Barkhugat. L’alpinista trentino Mario Corradini, fondatore dell’associazione, è appena tornato dal Nepal.
TRENTO A colpire, dice, sono le rovine dei templi di Kathmandu. Ma anche i collegamenti resi difficili dalla scarsità di carburante e l’assenza persino del gas per cucinare. «La situazione è ancora gravissima». Mario Corradini è appena tornato dal Nepal con un gruppo di 13 persone. E ha ancora negli occhi le immagini di un paese spezzato dal terremoto.
«Abbiamo visto case e scuole danneggiate» racconta l’alpinista trentino, che con il Nepal ha un rapporto stretto, tanto che con la sua associazione «CiaoNamastè» ha costruito una scuola primaria a Randepu. Proprio il piccolo villaggio era la meta del gruppo, raggiunto «in due giorni di avvicinamento a piedi». «Gli abitanti di Randepu — racconta Corradini — sapevano del nostro arrivo e ci sono venuti incontro con ghirlande di fiori, musicisti e “chate”, le sciarpe di seta di benvenuto». Il gruppo ha distribuito vestiti e scarpe portati dal Trentino. Poi ha verificato la situazione della scuola, che «è stata lesionata solo in parte. Ci sono nuovi bambini che studiano ed è stata ricavata un’aula in quella adibita a punto medico». Ma Corradini e i suoi compagni di viaggio hanno visitato anche i villaggi vicini. «Nel villaggio di Jungal Dada — spiega l’alpinista — la scuola è stata lesionata e ora i bambini prendono lezioni in un paio di baracche di bambù». E gravi danni ha subito anche la scuola di Barkhugat, a un’ora di cammino da Randepu: anche qui le lezioni vengono ospitate in baracche di bambù. Di fronte a questa situazione, il gruppo ha deciso di intervenire: «Abbiamo preso accordi per ricostruire quattro aule della scuola di Jungal Dada e 14 nella scuola di Barkhugat. Lo faremo con i soldi raccolti attraverso il conto corrente attivato da CiaoNamastè dopo il terremoto: abbiamo raccolto davvero molti contributi, anche da persone che hanno voluto rimanere anonime».
Ora l’associazione dovrà attendere il progetto dal governo nepalese, viste le nuove normative per la ricostruzione dopo il terremoto. «Se non ci saranno rincari — conclude Corradini — speriamo di finanziare e iniziare i lavori entro un mese».