Quote dell’A4 Roma «spinge» A22 e Anas
Rileverebbe con Autobrennero le azioni private L’obiettivo è spingere verso una società in house
TRENTO E se le quote dei soci privati della Brescia-Padova le comprasse Anas? Una pia illusione? Forse, ma il governo ci starebbe pensando per risolvere alla radice il nodo del rinnovo della concessione. Autobrennero, divenuta in house, potrebbe essere partner dell’operazione. Quanto all’alternativa alla Valdastico, la nuova ipotesi di collegamento non autostradale dovrebbe sbucare a monte di Levico e, con una bretella in grado di tagliare fuori i laghi, sbucare a Trento Nord.
Come andrà a finire nessuno lo sa. L’unico certezza è che, con l’avvicendamento al vertice del ministero delle Infrastrutture, il Trentino ha trovato un interlocutore più sensibile alle proprie istanze. Maurizio Lupi era convinto della necessità della Valdastico. Graziano Delrio della necessità di non opporsi per non subire un eventuale richiesta di risarcimento dalla A4, ma anche di studiare alternative a una nuova autostrada che male si sposa con l’idea di spostare il traffico dalla gomma alla rotaia. Di qui le varie ipotesi cui ministero, Provincia di Trento, Autobrennero, A4 e Regione Veneto stanno lavorando. L’obiettivo comune è il rinnovo della concessione alla Brescia-Padova.
Per Venezia, la soluzione è semplice: basta far partire i lavori per la Valdastico Nord, visto che Bruxelles ha legato il rinnovo della concessione alla realizzazione di questa infrastruttura. Per Trento, la Valdastico resta un’opera che non ha più senso, vista l’imminente realizzazione del tunnel del Brennero. Per Roma non bisogna far perdere ai veneti la concessione, preferibilmente evitando di pestare i piedi ai trentini e di realizzare un’opera la cui sostenibilità economica appare per lo meno dubbia. L’ipotesi esposta a Trento è di studiare un nuovo progetto e chiedere a Bruxelles una proroga limitata. L’idea, in questo caso, sarebbe di partire da Valdastico e sbucare sopra Levico, aggirare i laghi con una bretella e connettersi alla viabilità ordinaria a nord di Trento. Un compromesso, insomma.
La nuova ipotesi, invece, prevede l’acquisto per mano pubblica del 45% delle quote della Brescia Padova oggi in mano ai privati, Banca Intesa in primis. Quelle che il colosso Albertis comprerebbe solo a fronte del rinnovo. Si tratta di investire per lo meno 600 milioni di euro e A22 potrebbe non averne abbastanza. Per questo, il governo sta verificando la praticabilità di un intervento diretto di Anas, da sola o in partnership con Autobrennero. Una volta che la Brescia-Padova fosse tutta pubblica, la Valdastico non sarebbe più necessaria per il rinnovo della concessione.
Valdastico L’ipotesi alternativa è realizzare un collegamento non autostradale