Upt, in forse il congresso di sabato Mellarini per cambiare lo statuto
Dellai a Roma annuncia la nascita di Democrazia solidale come partito
TRENTO A questo punto, se l’Upt celebrerà regolarmente il suo congresso e, dopo, non si consumerà una scissione, sarà un mezzo miracolo. A due giorni dall’assise di sabato, nulla è certo a parte il clima tesissimo che si respira nel partito che poco tempo fa guidava il centrosinistra e la Provincia. Tiziano Mellarini è intenzionato a chiedere all’assemblea di cambiare lo statuto per farlo rimanere assessore se, come è probabile, vincerà il congresso. Lorenzo Dellai, per parte sua, ieri mattina ha di fatto annunciato la trasformazione in partito del gruppo parlamentare di Democrazia solidale. Insomma, mentre si parla di un «documento comune» di cui i due protagonisti paiono ignorare l’esistenza, ognuno va per conto suo.
Il tardivo tentativo del presidente del parlamentino Andrea Tomasi di sanare la querelle relativa agli elenchi degli iscritti, che la segretaria Donatella Conzatti (sostenitrice di Mellarini) non ha voluto consegnare al comitato organizzatore del congresso, è stato un fallimento. L’appuntamento era per ieri sera alle 18 al partito, ma la mediazione di Tomasi era mostrare gli elenchi a video, senza consegnarli. Tanto Mauro Betta, quanto Alessia Gabrielli, già dimessisi in polemica per questo, non si sono presentati e hanno mandato una mail spiegando il perché. Allora Tomasi si è detto disponibile a consegnare gli elenchi, ma la storia ha assunto ormai una sfumatura farsesca. Il dubbio è ovviamente che l’impennata di tesseramenti registrata in alcune località nasconda delle anoma- lie. Il comitato dei garanti ha assicurato che non vi sarebbe nulla di irregolare. Gli elenchi sono «conservati in una cassetta di sicurezza nel caveau di una banca».
Il punto dirimente, però, è un altro: Mellarini, se eletto segretario, si dimetterà da assessore come prevede lo statuto del partito che la segretaria Conzatti fece modificare appena un anno fa per separare nettamente il ruolo del partito e quello dell’amministrazione? Pare non ne abbia alcuna intenzione. L’idea è chiedere a posteriori alla stessa assemblea degli iscritti che nel frattempo lo avrebbe eletto di rimodificare lo statuto. Un disegno che potrebbe rappresentare il casus belli che la controparte in qualche modo attende per la scissione.
Per andare dove? In Democrazia solidale, ad esempio. Ieri, a Roma, Dellai ha annunciato «una nuova fase» del gruppo. «Mettiamo in campo la costituzione di una prima rete territoriale, segno della volontà di proseguire il nostro progetto di rinnovamento politico di matrice cattolica democratica che si colloca nel centrosinistra. Alle prossime elezioni amministrative saremo impegnati per garantire il buon governo delle nostre città». Un’alternativa, insomma, esiste e, data l’esperienza di Dellai, la tempistica dell’annuncio non può essere casuale.
Questa sera i sostenitori di Dellai si riuniranno. Scade l’ultimatum rivolto agli avversari lunedì su linea politica e regole. Stando ai consiglieri, tutti con Mellarini, l’assessore e l’ex governatore dovrebbero stendere un documento comune di cui, al momento, non vi è però traccia.
Incompatibilità L’assessore non può fare anche il segretario L’idea è cambiare la regola dopo il voto Ultimatum Entro questa sera i sostenitori dell’ex governatore attendono una risposta