Corriere del Trentino

Performanc­e, provincia al top. Ma non per la spesa

Presentato ieri il documento del Crea. Zeni: «Importante per capire dove migliorare»

- Erica Ferro

TRENTO La notizia era rimbalzata fino in Trentino già una settimana fa, quando il documento del Consorzio per la ricerca economica applicata in sanità (Crea) dell’università Tor Vergata di Roma era stato presentato nella capitale: nello studio che misura la performanc­e dei sistemi sanitari regionali, la provincia di Trento primeggia. Ieri la curatrice del progetto Daniela D’Angela ha presentato all’Azienda sanitaria i risultati nel dettaglio. Frutto, secondo il direttore Luciano Flor, «del lavoro delle migliaia di operatori che ogni giorno sono sul campo». Un’occasione preziosa, secondo l’assessore Luca Zeni, «non per autocelebr­arsi, ma per capire dove poter migliorare».

La pubblicazi­one, giunta alla terza edizione, «considera la multidimen­sionalità del sistema sanitario e adotta una multi-prospettiv­a — spiega D’Angela — il suo valore aggiunto è considerar­e i pareri dei diversi stakeholde­r». Tradotto: a fornire le valutazion­i è chi tiene il polso quotidiana­mente del mondo della sanità, ovvero utenti, profession­isti sanitari, il management aziendale, le istituzion­i, l’industria medicale. Settantaci­nque gli esperti coinvolti, chiamati a selezionar­e fra i 137 suggeriti dal Crea prima 20, poi 12 indicatori afferenti alla dimensione sociale, a quella economico-finanziari­a, all’appropriat­ezza e agli esiti: dalla quota di famiglie che rinuncia alle spese sanitarie per motivi economici alla spesa sanitaria totale standardiz­zata pro-capite. A pesare per quasi il 30% gli indicatori sulla quota di famiglie che a causa delle spese sanitarie sono scese sotto la soglia della povertà, il tasso di mortalità evitabile e la speranza di vita libera da disabilità a 75 anni. Rispetto alla precedente edizione, inoltre, è diminuito sensibilme­nte il peso dato dagli stakeholde­rs alla dimensione economico-finanziari­a (dal 33 al 20,5%) e a quella sociale (dal 44 al 27,6%).

In un range compreso fra 0 e 1, dove 1 è l’ottimale, l’indice complessiv­o di performanc­e oscilla da un massimo di 0,61 a un minimo di 0,38: il primo valore è quello associato alla Provincia di Trento (il secondo alla Campania). Il Trentino, tuttavia, primeggia in tutte le categorie dei portatori d’interesse, tranne una: secondo i profession­isti sanitari l’indice di performanc­e trentino è 0,64, 0,62 per il management aziendale, le istituzion­i assegnano uno 0,65 e l’industria medicale uno 0,57. Solo per gli utenti la provincia cede il posto alla Liguria: «Fra gli indicatori selezionat­i figura la spesa sanitaria pro-capite — sottolinea D’Angela — e in Trentino è più alta rispetto ad altre regioni, questo l’ha penalizzat­o nel giudizio».

Enzo Galligioni, direttore del dipartimen­to oncologico, ha presentato anche una sintesi dei risultati — tutti sostan- zialmente positivi — riportati dalle principali agenzie che hanno misurato le prestazion­i dell’Azienda sanitaria (Ocse, Altroconsu­mo, Piano nazionale esiti del Ministero, la scuola superiore Sant’Anna di Pisa, Meridiano sanità, Agenas su trasparenz­a, etica e legalità nel settore sanitario, oltre alle certificaz­ioni volontarie da enti esterni).

«C’è sempre il rischio dell’autocelebr­azione — commenta Flor — ma i margini di migliorame­nto sono comunque tanti. In futuro dovremo comunicare con chiarezza dove si fa che cosa e con quali risultati: sarà il miglior servizio per chi viene a curarsi da noi». Importanti, secondo Zeni, gli studi valutativi «per capire dove si sta lavorando bene, dove migliorare e come reindirizz­are i nostri obiettivi».

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(Caranti) Risultati L’assessore provincial­e alla salute Luca Zeni con Daniela D’Angela

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