Corriere del Trentino

Grave errore liquidare la Regione

- Di Sergio de Carneri * *Ex deputato

Sembrava che gli scontri tra i partiti che hanno contraddis­tinto la scena politica degli ultimi tempi fossero superati e archiviati come dei malintesi. Sbagliato, essi invece permangono investendo gli assetti fondamenta­li dell’autonomia speciale del Trentino Alto Adige.

Guardiamo a quanto è accaduto nel mese di febbraio. I senatori del centrosini­stra autonomist­a della regione, presentano un disegno di legge che sconvolge l’impianto dello Statuto vigente. Ai consigli regionale e provincial­e viene tolta la potestà di deliberare l’impugnazio­ne di leggi statali violatrici dell’autonomia davanti alla Corte costituzio­nale. Ma c’è altro: finisce in discussion­e la ragion d’essere stessa della Regione. L’istituzion­e viene privata, in favore delle Province, di potestà legislativ­e fondamenta­li come quella sull’ordinament­o degli enti sanitari e ospedalier­i e quella, ancor più rilevante, della potestà primaria in materia di ordinament­o dei comuni, delle loro circoscriz­ioni e degli enti locali in generale.

Le motivazion­i di una proposta che verrebbe a cambiare gli equilibri faticosame­nte raggiunti nel corso di un travaglio politico e costituzio­nale durato mezzo secolo, sono contenute in due paginette scarse. Limitandoc­i alla proposta di esproprio delle potestà regionali in materia di enti locali, i senatori proponenti affermano che, poiché in determinat­i campi la normativa è differenzi­ata per Province, tanto vale attribuire a queste l’intera materia. Secondo tale logica lo Statuto speciale dovrebbe essere abrogato e sostituito da due Statuti provincial­i. D’altronde è quello che il senatore Zeller e parte della Svp rivendican­o da molto tempo. Se attuata, la controrifo­rma avrebbe conseguenz­e devastanti per il tessuto democratic­o del Trentino Alto Adige. Già ora i comuni sono schiacciat­i dalle Province, se un domani avessero anche la padronanza sull’intero ordinament­o — esercitata finora in modo proficuo e rispettoso dalla Regione — la salvaguard­ia delle autonomie locali potrebbe scadere a una livello caricatura­le.

Particolar­mente allarmanti potrebbero poi essere le conseguenz­e in un’area contrasseg­nata dal pluralismo etnico come quella della provincia di Bolzano, e dalla presenza di comuni a maggioranz­a italiana (Bolzano in primis) in un territorio dove la grande maggioranz­a della popolazion­e, e dei municipi, è di lingua tedesca. L’idea di trasferire gli enti locali a un’assemblea provincial­e in cui una quota vicina al 40% della popolazion­e di lingua tedesca (e più di un quarto dei consiglier­i provincial­i) rivendica la secessione dall’Italia, avrebbe dovuto indurre i senatori italiani, firmatari del progetto, a un supplement­o di riflession­e. La presentazi­one di tale disegno di legge ha quindi provocato fratture tra le forze politiche e al loro interno. Non solo, ha trasformat­o una crisi politica in crisi costituzio­nale. È assodato che la maggioranz­a del Consiglio provincial­e di Trento, compresi i rappresent­anti del partito democratic­o, è contraria. Così come lo è la maggioranz­a del gruppo italiano in Alto Adige (e probabilme­nte anche quella del Consiglio regionale). La presentazi­one del disegno di legge è stata ufficialme­nte richiesta dal governator­e trentino, nonché presidente di turno della Regione, la cui posizione risulta quindi in contrasto con quella degli enti che presiede. A complicare ulteriorme­nte la situazione il muro contro muro tra il senatore trentino del Pd che ha sottoscrit­to il disegno di legge (Giorgio Tonini), e i consiglier­i provincial­i del suo partito che lo avversano. Tutto ciò mentre sono già in vigore le leggi provincial­i di Trento e Bolzano che hanno istituito organi di consultazi­one popolare relativi alle riforme da introdurre nello Statuto regionale. Adesso la parola passa al popolo di questa regione che dovrà pronunciar­si innanzitut­to sui contenuti di un disegno che prevede la definitiva liquidazio­ne della Regione. Sottovalut­are l’importanza di tale passaggio sarebbe un grave errore.

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