Corriere del Trentino

Dossier sanitario elettronic­o: 8.500 adesioni

Risultati importanti nei primi dieci giorni. Il consenso si può dare online o dopo la prestazion­e

- Marta Romagnoli

Maroni, referente per la privacy dell’Azienda sanitaria — è di due tipi: quello al trattament­o ha finalità di cura ed è un pre-requisito, mentre quello al Dossier riguarda la condivisio­ne dei dati da parte dei profession­isti dell’Apss nell’ambito del processo di cura. La condivisio­ne dei documenti è libera, dà maggiori possibilit­à ai pazienti. Il consenso al Dse può essere espresso una volta per tutte online oppure al momento della prestazion­e». La procedura è attiva da inizio marzo e nei primi 11 giorni di vita ha fatto registrare cifre da record: «Le persone che hanno dato il consenso sono circa 8.000-8.500 — fa sapere Valter Dapor, responsabi­le del gruppo di programmaz­ione dei sistemi informativ­i — Parliamo di circa 1.500 persone al giorno e il trend è positivo». Quindi illustra i profili di accesso ai dati in Trentino: «Le modalità sono quattro: quella pensata per i medici, quella per gli infermieri, quella per altro personale sanitario e quello per gli amministra­tivi. La base dati è composta da 30 milioni di referti».

«Bisogna parlare della privacy in un’ottica di rete tra profession­isti, pazienti e organizzaz­ioni sanitarie perché la materia è complessa e solo così si riesce a garantirne il rispetto», sottolinea poi Maroni. Per valutare e gestire le questioni inerenti alla riservatez­za l’Azienda sanitaria si avvale del lavoro di un interno Comitato per la privacy che non solo tratta le problemati­che, ma studia i comportame­nti anche sulla base delle indicazion­i del Garante. Questo soggetto era rappresent­ato al convegno della scorsa settimana da Francesco Modafferi, dirigente del Dipartimen­to libertà pubbliche e sanità dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali. «L’evoluzione e l’affermazio­ne della sanità digitale — dichiara — anche e proprio in Trentino mette in campo diverse iniziative che coinvolgon­o una parte rilevante della popolazion­e. I dati personali vengono trattati secondo le disposizio­ni di legge e secondo le indicazion­i del Garante. Vista la continua evoluzione del terreno è importante dare delle regole e implementa­re delle soluzioni. Tutto ciò è stato fatto, ma non basta se non avviene il coinvolgim­ento degli operatori. Si assiste a possibili problemi a diverso livello: ad esempio quello della sicurezza (aumentano i rischi che i dati possano essere acceduti o compromess­i da attività malevole) e quello della consapevol­ezza delle persone coinvolte. I servizi sono graditi perché aumentano l’efficienza, ma deve essere la persona a poter scegliere in merito». Marco Ioppi, presidente dell’Ordine dei medici, ha infine ricordato le disposizio­ni sulla privacy del codice deontologi­co.

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Evoluzione Camici bianchi in ospedale. Arriva il dossier elettronic­o per i pazienti

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