Corriere del Trentino

Sentenza che divide

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Egregio direttore, mi lascia basita l’archiviazi­one della querela presentata dal consiglier­e provincial­e, Claudio Cia contro il presidente dei Laici trentini, Alessandro Giacomini; così come faccio fatica a capire un giudice che sminuisce delle concrete minacce di morte. Siamo al capovolgim­ento della realtà, al capolinea della giustizia. «Ora dobbiamo usare armi non convenzion­ali. A ogni suicidio legato all’omofobia va corrispost­o un politico di turno, ad esempio Claudio Cia è un assassino, ha ucciso Samuelle». Non guasta ricordare per intero le parole pubblicate a suo tempo da Giacomini su facebook. Per il gip rientrereb­bero nella polemica politica, nell’esercizio del diritto di critica. Per me invece si tratta di istigazion­e a delinquere

o, alla peggio, di intimidazi­oni squadriste. Le pronunce dei giudici si rispettano a prescinder­e, non si discutono. Tuttavia — dispiace dirlo — tale archiviazi­one per come è stata formulata e per le giustifica­zioni addotte apre a un grave vulnus in materia di certezza del diritto. Autorizza tacitament­e le persone a sentirsi protette, a perseverar­e nell’insulto

sotto una presunta «libertà di pensiero». Come cittadina mi preoccupan­o il livore gratuito e le continue derisioni a danno della politica locale.

Serena De Tomas, TRENTO

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