Una bellezza seduttrice Orchidee, prede ambite
Le comuni orchidee che si trovano ovunque sono le Phalaenopsis, piante decorative a lunga fioritura senza grandi pretese, tutte provenienti dall’Olanda, dove grandi laboratori le riproducono in vitro: perciò costano così poco. Nell’anno 1950 un professore, Morel, fece a Parigi dei tentativi per moltiplicare le patate in vitro, per provare a evitare malattie da virus. Il vivaio Vacherot & Lecoufle provò ad applicare questo metodo anche alle orchidee, difficilissime da riprodurre, mancando sia gli insetti impollinatori, sia i funghi specializzati a vivere in simbiosi con le radici. La riproduzione in vitro segnò l’inizio della grande marcia vittoriosa delle Phalaenopsis e di molte altre orchidee. Fino al 1960 una pianta costava un patrimonio, solo persone facoltose potevano permettersele. Erano quindi molto ricercate. La febbre delle orchidee iniziò nel 1818, quando giunse in Inghilterra una spedizione di piante tropicali per le serre di sir William Cattley. Le piante erano avvolte in grandi, resistenti foglie; sir William non ne aveva mai viste simili. Provò a infilarle in un substrato leggero e a mantenerle umide. Una di queste, con una parte di gambo, emise radici. Dopo alcuni anni la nuova pianta fiorì, suscitando enorme sensazione. La chiamarono Cattleya labiata. Propagata, raggiunse prezzi proibitivi. Molti vivai iniziarono a finanziare spedizioni con veri e propri cacciatori di orchidee. Una caccia cruenta: i cercatori di piante, per impedire la raccolta alla concorrenza, arrivarono persino a uccidersi. Non era raro arrivare nella giungla e trovare intere zone bruciate per distruggere eventuali altri esemplari che avrebbero diminuito valore di quelli scoperti. Le orchidee così importate dai vari paesi tropicali si possono ammirare ancora oggi nelle serre degli appassionati: un’orchidea ben curata può vivere proprio in eterno. La maggior parte delle persone pensa che le orchidee dispieghino la loro bellezza per far piacere agli umani. Nulla di più sbagliato: vogliono, con un’incredibile capacità seduttrice, solo attirare gli impollinatori. Anche fra le orchidee terrestri europee esistono fiori che imitano la forma e i colori degli insetti che vogliono richiamare. I botanici sostengono che emettono anche feromoni femminili dell’insetto. Le orchidee crescono in tutto il mondo. Se ne conoscono ventiseimila generi e circa mille specie. Ancora oggi, in zone inaccessibili, se ne scoprono di sconosciute. La maggior parte cresce da epifita fra i rami degli alberi nelle zone tropicali, altre si aggrappano alle rocce; un terzo cresce in terra. Il nome lo devono a un rosso fiorellino montano, europeo, Orchis purpurea, Knabenkraut in tedesco: i tuberi assomigliano a dei testicoli, in greco orchis.