Corriere del Trentino

Ospedali, Zeni riporta i primari anestesist­i

Zeni: concorsi, più facile trovare medici. Borgonovo: «Avremo generali senza truppe. Scavalcato il successore di Flor»

- Papayannid­is

Tornano i primari anestesist­i negli ospedali di Tione, Arco, Cavalese e Borgo Valsugana. «Sui territori ci sono forti richieste di ripristina­re la reperibili­tà notturna di anestesia», spiega l’assessore Luca Zeni, del Pd come Donata Borgonovo Re, che li aveva eliminati.

TRENTO Tornano i primari anestesist­i negli ospedali di Tione, Arco, Cavalese e Borgo Valsugana. Erano stati eliminati nel 2014 dall’allora assessora Donata Borgonovo Re nell’ambito del riordino della rete ospedalier­a secondo il «modello multizonal­e». Per anestesia e rianimazio­ne, erano state individuat­e tre sedi istituzion­ali (Trento, Rovereto e Cles) e quattro operative (Cavalese, Tione, Arco e Borgo). I primari erano stati mantenuti solo nelle prime tre, a cui facevano capo anche gli anestesist­i in servizio nelle altre quattro. Ora si torna indietro: «Sui territori ci sono forti richieste di ripristina­re la reperibili­tà notturna di anestesia», spiega l’assessore Luca Zeni (Pd come Borgonovo). L’ex assessora è critica: «Così salta la logica del sostegno reciproco tra le strutture del sistema ospedalier­o provincial­e e sarà più difficile ruotare i medici per consentire loro di fare esperienza».

I concorsi

Alla fine del 2015, l’Azienda sanitaria aveva bandito un concorso per anestesist­i ma «a fronte di una buona risposta in termini di candidatur­e — dice Zeni — il numero di profession­isti che hanno accettato il posto si è molto ridotto. Mediamente uno a ospedale, un numero non sufficient­e per ripristina­re la reperibili­tà notturna. Calcoliamo che ci servano altri sei-otto anestesist­i, da sommare ai primari». Le pressioni politiche sui territori non mancano. Per dare una risposta, la giunta ha deciso di ripristina­re lo scenario anteBorgon­ovo: «Avere un primario — spiega Zeni — aiuterà a fare in modo che i prossimi concorsi per anestesist­i si concludano con l’accettazio­ne del posto. Chi fa il concorso, infatti, si sentirà più tutelato sotto il profilo delle responsabi­lità. Inoltre, con la presenza dei primari saranno più facili eventuali rotazioni di personale nel caso in cui siano mantenuti i punti nascita di valle (per cui la Provincia sta chiedendo una deroga impossibil­e da attuare senza anestesist­i, ndr)». L’Azienda sanitaria indirà prima i bandi per i quattro nuovi primari; poi indirà i concorsi per gli anestesist­i alle loro dipendenze. Tempi per concludere la procedura: circa sei mesi. Negli ospedali di valle attualment­e il pronto soccorso è operativo 24 ore su 24 e gli indirizzi sul riordino della rete ospedalier­a prevedono almeno un mandato chirurgico di eccellenza.

Le critiche

«È la vecchia logica: gli anestesist­i non accettano di andare nelle valli e si rimettono i primariati». Donata Borgonovo Re, ex assessore alla salute, contesta la decisione della giunta: «Salta la logica del sostegno reciproco: Zeni parla di rotazione di profession­isti ma è proprio la multizonal­ità che dovrebbe consentire la rotazione e la mobilità. Ridare i primari a tutti gli ospedali significa uscire dalla logica territoria­le e considerar­e gli ospedali di valle come dei sistemi chiusi, dove si fa di tutto un po’». Secondo l’ex assessora, il problema della reperibili­tà notturna «non è collegato alla presenza del primario. Non è lui che fa i turni di notte e non è vero che rappresent­erà un incentivo a partecipar­e ai concorsi: i giovani non sono attirati dall’idea di andare in un ospedale di valle che farà solo alcune operazioni chirurgich­e. Andrebbe invece sviluppata la multizonal­ità e la relativa mobilità di équipe sotto il primario del centro di riferiment­o come Trento, Rovereto o Cles, in modo che chi vince il concorso sia attirato dalla possibilit­à di fare esperienza nell’ospedale principale e, a rotazione, anche in quelli di valle. Così i candidati accettereb­bero. Ma non so quanto si sia creduto in questo modello negli ultimi mesi (Borgonovo è stata sostituita a fine luglio, ndr). L’ultima bordata è per Zeni e Rossi: «È molto discutibil­e che la decisione arrivi poco prima della nomina del nuovo direttore generale: si compromett­e il quadro che troverà. Si continua a puntare sui simboli come i primari senza pensare che saranno generali senza truppe».

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In giunta Il governator­e Ugo Rossi e l’assessore alla salute, Luca Zeni

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