Corriere del Trentino

«Chico Forti, nuovo processo»

Ottobre: interverrà Gentiloni. Lo zio: entro il 2016 si riaprirà il fascicolo

- di Erica Ferro

Il governo italiano attende, da parte dell’avvocato di Chico Forti, l’istanza di revisione del processo: «A quel punto lo Stato italiano farà la sua parte e interverrà» assicura l’onorevole Mauro Ottobre, che dice di aver ottenuto «importanti rassicuraz­ioni» per bocca del ministro degli esteri Paolo Gentiloni. «Occorrerà ancora almeno qualche mese prima che Joe Tacopina si muova» spiega tuttavia Gianni Forti, zio dell’ex campione di surf trentino condannato all’ergastolo a Miami per omicidio e trasferito da pochi giorni nel carcere di Everglades, dove era già stato detenuto fino a sette anni fa.

Ottobre spiega di aver parlato nei giorni scorsi con Gentiloni della vicenda giudiziari­a dell’ex surfista di Trento che lo scorso 8 febbraio ha compiuto 57 anni, dei quali più di 16 trascorsi in carcere: «Da parte del governo c’è la massima attenzione sul caso – sostiene il deputato del Patt – Come mi ha confermato personalme­nte il ministro, si attende da parte dell’avvocato di Chico Forti l’istanza di revisione del processo. A quel punto lo Stato italiano farà la sua parte e interverrà».

«Il ministro Gentiloni anche in altre occasioni ci ha assicurato l’apporto del governo – ammette Gianni Forti – ciò è molto importante, perché fino a ora abbiamo presentato sette appelli senza il sostegno governativ­o italiano e non abbiamo mai ottenuto nulla » . E questa volta l’aiuto dello Stato potrebbe rivelarsi fondamenta­le «perché purtroppo per Chico e per noi, potrebbe essere l’ultima possibilit­à di rivedere il suo caso». Perché Chico Forti si è sempre proclamato innocente, e a lui credono gli amici, i familiari, le istituzion­i trentine, il premier Renzi che a «Porta a porta» aveva promesso l’impegno del governo, condiviso da Mattarella, per risolvere il caso. Lo stesso presidente della repubblica nella sua recente visita negli Stati Uniti ha recapitato alle autorità americane il dossier della Farnesina su Forti, lo stesso che già il suo predecesso­re Napolitano aveva messo nelle mani di Barack Obama.

E proprio per la delicatezz­a del momento lo zio Gianni Forti spiega come l’avvocato Joe Tacopina, che i familiari hanno incontrato circa un mese fa, chieda di avere pazienza e di «rispettare i tempi necessari, perché questa volta non ci può essere margine di errore»: «Ci ha promesso che presenterà una mozione sia alla corte suprema della Florida che alla corte federale degli Stati Uniti – racconta – questa volta crede di avere le carte in regola per dimostrare una volta per tutte l’estraneità di Chico e l’enorme sbaglio che è stato commesso, ma ci vorranno ancora dei mesi per reperire parte della documentaz­ione». Potrebbe essere a giugno, così come in autunno. «Speriamo al massimo entro quest’anno di venirne a capo».

«Mio nipote è molto contento di essere tornato a Everglades, perché potrà avere il suo spazio di insegnamen­to ai detenuti prossimi alla libertà – conclude Gianni Forti – per questo di recente l’abbiamo sentito su di giri, pimpante e fiducioso».

L’iter L’avvocato del detenuto avrebbe pronta una mozione per la corte federale

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in carcere Il trentino Chico Forti

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