IL TRENTINO VOLA IN EUROPA SPINTO DA BASKET E VOLLEY
Il Trentino vola in Europa e il merito va ascritto allo sport. Sembrerebbe fuori luogo oggi parlare di cose ludiche davanti ai fatti di Bruxelles. Ma credo che non si debba chiudersi in casa ad aspettare la fine. Attraverso il vostro giornale voglio ringraziare la Dolomiti Energia e la Trentino volley per avere portato il nome della nostra provincia fuori dai confini regionali. Anche lo sport può essere un’eccellenza. Basket e volley sono l’emblema di come si possono ottenere risultati pure con budget ridotti. La serietà di queste due società ha poi fatto il resto. Il marchio sportivo non va disprezzato, perché fare oggi sport in maniera seria non è semplice. Mi piacerebbe che l’esempio delle nostre due compagini venisse studiato anche da alcune società del calcio professionistico. Nelle ultime settimane ho ascoltato l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, lamentarsi dei bilanci. La sua equazione è presto fatta: pochi soldi, pochi risultati. Il concetto viene completamente ribaltato se paragonato a Dolomiti Energia e Diatec: budget limitato, grandi risultati. Come in tutte le cose, anche nello sport la differenza la fanno l’organizzazione, una società forte con programmi chiari, buona intelaiatura tecnica, ambiente sano (inteso come pubblico e squadra). Per questo, forza Trentino: l’Europa ti aspetta.
Caro Revolti,
parlare di sport non è un sacrilegio. Anzi, lo sport è vita. Guai a cedere alla paura, a farsi condizionare dal terrorismo nella quotidianità di tutti i giorni. Ciò detto, mi unisco anch’io, da sportivo, ai complimenti per quanto fatto dall’Aquila e dalla Diatec. Siamo però solo all’inizio di un percorso e, siccome l’appetito vien mangiando, mi auguro che il cammino europeo per le nostre squadre sia il più lungo possibile, anche se all’abilità tecnica bisognerà accostare pure la componente fortuna indispensabile per ottenere grandi traguardi.
Risultato sportivo a parte, alle due società vanno riconosciuti i meriti — e su questo giornale lo abbiamo già fatto in passato — di essere riuscite a mettere in piedi un progetto strutturato con una miscela di competenza e organizzazione di alto livello. La dimostrazione lampante che i soldi contano, ma non sono tutto se dietro ci sono idee chiare e un sano pragmatismo.
Una risposta indiretta, se vogliamo, anche alle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa dell’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri. Un bravo tecnico afflitto però dal vizietto tipico italiano per cui l’erba del vicino è sempre più verde e i budget ricchi determinano le vittorie. A quanto pare la realtà, a volte, suona una musica ben diversa. Vale per il calcio come per altre discipline sportive.