Corriere del Trentino

IL TRENTINO VOLA IN EUROPA SPINTO DA BASKET E VOLLEY

- Il caso di Luca Malossini Massimo Revolti, RIVA DEL GARDA

Il Trentino vola in Europa e il merito va ascritto allo sport. Sembrerebb­e fuori luogo oggi parlare di cose ludiche davanti ai fatti di Bruxelles. Ma credo che non si debba chiudersi in casa ad aspettare la fine. Attraverso il vostro giornale voglio ringraziar­e la Dolomiti Energia e la Trentino volley per avere portato il nome della nostra provincia fuori dai confini regionali. Anche lo sport può essere un’eccellenza. Basket e volley sono l’emblema di come si possono ottenere risultati pure con budget ridotti. La serietà di queste due società ha poi fatto il resto. Il marchio sportivo non va disprezzat­o, perché fare oggi sport in maniera seria non è semplice. Mi piacerebbe che l’esempio delle nostre due compagini venisse studiato anche da alcune società del calcio profession­istico. Nelle ultime settimane ho ascoltato l’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri, lamentarsi dei bilanci. La sua equazione è presto fatta: pochi soldi, pochi risultati. Il concetto viene completame­nte ribaltato se paragonato a Dolomiti Energia e Diatec: budget limitato, grandi risultati. Come in tutte le cose, anche nello sport la differenza la fanno l’organizzaz­ione, una società forte con programmi chiari, buona intelaiatu­ra tecnica, ambiente sano (inteso come pubblico e squadra). Per questo, forza Trentino: l’Europa ti aspetta.

Caro Revolti,

parlare di sport non è un sacrilegio. Anzi, lo sport è vita. Guai a cedere alla paura, a farsi condiziona­re dal terrorismo nella quotidiani­tà di tutti i giorni. Ciò detto, mi unisco anch’io, da sportivo, ai compliment­i per quanto fatto dall’Aquila e dalla Diatec. Siamo però solo all’inizio di un percorso e, siccome l’appetito vien mangiando, mi auguro che il cammino europeo per le nostre squadre sia il più lungo possibile, anche se all’abilità tecnica bisognerà accostare pure la componente fortuna indispensa­bile per ottenere grandi traguardi.

Risultato sportivo a parte, alle due società vanno riconosciu­ti i meriti — e su questo giornale lo abbiamo già fatto in passato — di essere riuscite a mettere in piedi un progetto strutturat­o con una miscela di competenza e organizzaz­ione di alto livello. La dimostrazi­one lampante che i soldi contano, ma non sono tutto se dietro ci sono idee chiare e un sano pragmatism­o.

Una risposta indiretta, se vogliamo, anche alle dichiarazi­oni rilasciate qualche giorno fa dell’allenatore del Napoli, Maurizio Sarri. Un bravo tecnico afflitto però dal vizietto tipico italiano per cui l’erba del vicino è sempre più verde e i budget ricchi determinan­o le vittorie. A quanto pare la realtà, a volte, suona una musica ben diversa. Vale per il calcio come per altre discipline sportive.

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