Carabinieri in classe
La notizia, che pure avrebbe dell’incredibile, purtroppo non sorprende più, in quanto conferma il progressivo degrado morale ed educativo in cui versa il nostro derelitto Paese. A Roma i carabinieri arrestano uno studente maggiorenne del liceo Virgilio (già arrestato in passato per spaccio nei pressi della stessa scuola), colto in flagranza di reato mentre vende droga a un compagno minorenne.
Apriti cielo! Rivolta degli studenti (speriamo una minoranza), che organizzano immediatamente un’assemblea straordinaria e condannano sia l’intervento dei carabinieri, che l’operato della preside. Una rappresentante d’istituto (lo era anche l’arrestato, non sappiamo per quali meriti) dice che «vedere le forze dell’ordine entrare non è stato bello». Meno bello, viene da pensare, che vedere spacciare droga all’interno della scuola. Tale Jacopo, del collettivo studenti, assicura che sarà organizzato un corteo dalla scuola al Tribunale.
Non poteva poi mancare il genitore progressista, addirittura presidente del comitato genitori, che preannuncia la convocazione di un consiglio d’istituto straordinario. Per ringraziare i carabinieri e condannare spaccio e uso di droga all’interno della scuola? Assolutamente no. «La situazione — spiega il genitore — è stata gestita in stile far west e ciò non è educativo». Ergo, via con il consiglio d’istituto straordinario, perché «quello che è successo è grave, molto grave, non è un atteggiamento giusto nei confronti degli studenti». Grave è il comportamento dei carabinieri, giammai quello dello spacciatore/studente/rappresentante d’istituto.
Davanti a uno spettacolo così avvilente è facile comprendere le ragioni della profonda crisi che devasta il nostro Paese. Crisi che è prima di tutto morale. Studenti e genitori che si mobilitano contro le forze dell’ordine, colpevoli di aver arrestato chi spacciava droga ai loro amici, ai loro figli è cosa di una gravità inaudita. E poi si blatera di rispetto della legalità, di educazione, di valori e di sempre nuovi supposti diritti (sui doveri si è invece molto più cauti).
Va da sé che il «Virgilio» è scuola esclusiva, frequentato dai figli della buona borghesia romana, quella illuminata, quella che darà a Roma ed al Paese intero la futura classe dirigente: così da portare a compimento lo sfascio in atto.