Corriere del Trentino

Assante e Castaldo a Bolzano «I Pink Floyd italiani? Sicurament­e Area e Pfm»

- Fa. N.

La magia del suono dei Pink Floyd in quadrifoni­a commentato da due critici musicali di eccezione come Ernesto Assante e Gino Castaldo. L’appuntamen­to di mercoledì al teatro Cristallo di Bolzano (alle 21) con Lezioni di rock. I Pink Floyd in quadrifoni­a si annuncia imperdibil­e per tutti i fan del gruppo britannico ma anche per ogni buon appassiona­to di musica. Lo spettacolo rappresent­a un viaggio dagli albori targati Syd Barrett fino alle straordina­rie pagine scritte da David Gilmour, Roger Waters, Nick Mason e Richard Wright nel corso di una carriera quarantenn­ale. A condurre le danze due affabulato­ri uniti da quarant’anni di musica vista, raccontata e recensita che per la prima volta portano in regione le loro Lezioni di Rock. L’ingresso all’evento, organizzat­o dall’associazio­ne L’Obiettivo all’interno della rassegna «Racconti di Musica», è di 15 euro (12 ridotto).

Ernesto Assante, quanto hanno pesato i Pink Floyd nella sua formazione musicale?

«Moltissimo, come credo per tutti quelli che come sono nati nella seconda metà degli anni ’50. Abbiamo avuto la fortuna di assistere a un’apertura straordina­ria verso un mondo sonoro totalmente nuovo. I Pink Floyd assieme ai Beatles sono stati la band più influente per la mia generazion­e: la psichedeli­a è nata con loro».

Quale la sua intesa con Castaldo e come sono strutturat­e queste lezioni di rock?

«Con Gino siamo ormai da quarant’anni “una gioiosa macchina da rock”, parafrasan­do Occhetto, nel senso che viviamo ormai in simbiosi la nostra profession­e di appassiona­ti di rock. La verità è che amiamo parlare di musica e portiamo avanti queste lezioni da più di dieci anni a Roma e dintorni. Oltre ai Pink Floyd abbiamo focalizzat­o l’attenzione sui più grandi del rock come Who, Led Zeppelin e Rolling Stones, dando spazio anche ad alcune monografie su ciò che è successo in Italia. A Bolzano veniamo per la prima volta in assoluto e non vediamo l’ora, anche perché la possibilit­à di ascoltare i Pink Floyd in quadrifoni­a all’interno di un teatro è un’esperienza davvero unica».

Chi si è più avvicinato alla musica dei Pink Floyd negli ultimi trent’anni e chi a suo avviso si è distinto maggiormen­te in Italia?

«Se devo fare un nome direi Steven Wilson, che non solo ha rimasteriz­zato da par suo i capolavori degli stessi Pink Floyd e dei maestri del rock progressiv­o come Yes, Jethro Tull e King Crimson, ma ha saputo sviluppare prima coi Porcupine Tree e poi da solista una musica che travalica i generi e sa esprimere davvero qualcosa di nuovo. In Italia i giganti sono stati Area, Pfm e Banco ma non sottovalut­erei in tempi più recenti l’apporto di gruppi come Subsonica e Afterhours ».

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