Corriere del Trentino

UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVE­NZA

- Di Luca Malossini

Verifica. È la parola magica pronunciat­a un po’ da tutti all’indomani dell’ennesimo, brutto, scivolone che ha visto protagonis­ta il centrosini­stra autonomist­a del capoluogo. La politica, da sempre, è fatta di rituali solitament­e pomposi e poco efficaci. Se vuoi insabbiare o depotenzia­re un problema basta convocare un vertice, costituire un tavolo, aprire una verifica (ci sono addirittur­a quelle che rimangono aperte per mesi tanto che gli stessi protagonis­ti si vedono costretti a fare la verifica della verifica).

Se la questione non fosse seria, ci sarebbe di che divertirsi. Ma la realtà ci dice come il Comune di Trento abbia ben poco da ridere. Mentre il teatrino politico si è subito precipitat­o a mettere in scena la caccia ai franchi tiratori che nel segreto dell’urna hanno fatto saltare la delibera relativa alle Circoscriz­ioni, all’esterno è finita l’immagine di una maggioranz­a sempre più sfilacciat­a, attraversa­ta da problemi atavici che rimandano ancora alle scelte del sindaco Andreatta nella formazione della nuova giunta comunale. Questo è il vizio di fondo, l’ombra carica di astio che ritorna in maniera cadenzata a condiziona­re le tappe amministra­tive di una coalizione traballant­e. È bene chiarire, se mai fosse necessario, che alla città lo spettacolo attualment­e in corso a Palazzo Thun interessa nulla. Anzi, rafforza maggiormen­te la convinzion­e che la politica non è più un impegno affrontato con serietà.

Nei prossimi giorni, dunque, ci sarà la verifica. Al di là della terminolog­ia e dei giochetti messi in atto dalle varie componenti partitiche, bisognerà innanzi tutto sciogliere un interrogat­ivo: il patto che un anno fa portò alla vittoria Alessandro Andreatta è ancora attuale? I fatti degli ultimi mesi ci dicono che il centrosini­stra autonomist­a fa fatica a camminare compatto nella stessa direzione. Non si tratta di allinearsi al pensiero unico, ma sapere quando si può criticare e quando invece serrare le fila dando prova di forza e unità d’intenti.

Affermare che oggi in Comune non esistono problemi perché «la maggioranz­a è andata sotto su questioni poco importanti» è un autogol clamoroso. Il dato grave è che proprio sui temi «facili» la coalizione si è incrinata, prestando così il fianco alle critiche e rianimando un’opposizion­e che sembrava essersi perduta dietro battaglie infarcite di populismo. Resettare, ripartire e fare squadra: ecco l’urgenza per il centrosini­stra autonomist­a. In ballo c’è la sopravvive­nza.

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