UNA QUESTIONE DI SOPRAVVIVENZA
Verifica. È la parola magica pronunciata un po’ da tutti all’indomani dell’ennesimo, brutto, scivolone che ha visto protagonista il centrosinistra autonomista del capoluogo. La politica, da sempre, è fatta di rituali solitamente pomposi e poco efficaci. Se vuoi insabbiare o depotenziare un problema basta convocare un vertice, costituire un tavolo, aprire una verifica (ci sono addirittura quelle che rimangono aperte per mesi tanto che gli stessi protagonisti si vedono costretti a fare la verifica della verifica).
Se la questione non fosse seria, ci sarebbe di che divertirsi. Ma la realtà ci dice come il Comune di Trento abbia ben poco da ridere. Mentre il teatrino politico si è subito precipitato a mettere in scena la caccia ai franchi tiratori che nel segreto dell’urna hanno fatto saltare la delibera relativa alle Circoscrizioni, all’esterno è finita l’immagine di una maggioranza sempre più sfilacciata, attraversata da problemi atavici che rimandano ancora alle scelte del sindaco Andreatta nella formazione della nuova giunta comunale. Questo è il vizio di fondo, l’ombra carica di astio che ritorna in maniera cadenzata a condizionare le tappe amministrative di una coalizione traballante. È bene chiarire, se mai fosse necessario, che alla città lo spettacolo attualmente in corso a Palazzo Thun interessa nulla. Anzi, rafforza maggiormente la convinzione che la politica non è più un impegno affrontato con serietà.
Nei prossimi giorni, dunque, ci sarà la verifica. Al di là della terminologia e dei giochetti messi in atto dalle varie componenti partitiche, bisognerà innanzi tutto sciogliere un interrogativo: il patto che un anno fa portò alla vittoria Alessandro Andreatta è ancora attuale? I fatti degli ultimi mesi ci dicono che il centrosinistra autonomista fa fatica a camminare compatto nella stessa direzione. Non si tratta di allinearsi al pensiero unico, ma sapere quando si può criticare e quando invece serrare le fila dando prova di forza e unità d’intenti.
Affermare che oggi in Comune non esistono problemi perché «la maggioranza è andata sotto su questioni poco importanti» è un autogol clamoroso. Il dato grave è che proprio sui temi «facili» la coalizione si è incrinata, prestando così il fianco alle critiche e rianimando un’opposizione che sembrava essersi perduta dietro battaglie infarcite di populismo. Resettare, ripartire e fare squadra: ecco l’urgenza per il centrosinistra autonomista. In ballo c’è la sopravvivenza.