Circoscrizioni, monta la rabbia dei presidenti
Pedrotti: dilettanti. Geat: il nodo sono le funzioni
Presidenti di circoscrizione delusi per la bocciatura in aula della delibera sui compensi ai rappresentanti degli enti decentrati. «Non è stata fatta un’analisi sui costi reali dei consigli» sottolinea il portavoce dei presidenti Armando Stefani, che mercoledì incontrerà i colleghi per fare il punto e discutere degli obiettivi futuri. «Dispiace la non decisione» spiega Geat, del Centro storico. Netto Pedrotti di Sardagna.
La bocciatura, ammette Armando Stefani, «era nell’aria». Anche se, a pochi giorni dallo «stop» di Palazzo Thun alla delibera sui compensi ai rappresentanti degli enti decentrati, l’amarezza rimane: «In queste ore — spiega il portavoce dei presidenti delle circoscrizioni — mi sono arrivate e-mail piene di delusione. Molti si sentono presi in giro: davamo quasi per scontata l’introduzione dell’indennità per i presidenti».
Mercoledì sera, praticamente in contemporanea con il vertice di maggioranza convocato dal sindaco Alessandro Andreatta per cercare di stemperare i toni dopo lo scivolone in aula, anche i presidenti dei quartieri si siederanno attorno al tavolo per fare il punto della situazione. E per dare sfogo alla loro frustrazione. «Sarà l’occasione — sottolinea il presidente dell’Argentario — per far circolare i sentimenti dopo il voto. Ma spero si riesca ad andare oltre e a trovare l’accordo su alcuni obiettivi».
Stefani analizza il flop in aula. «La delibera — ricorda — aveva bisogno del contributo delle minoranze, che in parte si erano dichiarate a favore del provvedimento. Ma la possibilità di vedere la maggioranza andare sotto nella votazione era un piatto troppo ghiotto. È comprensibile». E aggiunge: «So che la questione dei compensi delle circoscrizioni non è prioritaria, ma è anche vero che gli enti decentrati contribuiscono alla qualità del lavoro dell’amministrazione. In vent’anni i quartieri hanno avuto un ruolo non di poco conto». Eppure, prosegue il presidente, in via Belenzani in questi anni è mancata una vera riflessione sugli enti decentrati: «La discussione aperta da Tomasi e durata quattro anni si è chiusa con pochissimo contenuto. L’unico risultato raggiunto è stata la separazione tra apparato amministrativo e processo partecipativo. Per il resto, quasi nulla. I nodi sono ancora lì». Primo fra tutti, il tasto dolente dei costi. «Qualcuno — dice Stefani — sostiene che costiamo tre milioni. Ma nessuno finora ha analizzato i centri di costo, verificando quanto costano gli sportelli, quanto il Servizio decentramento e quanto i consigli. Senza contare il costo della burocrazia. Come si fa a ragionare sui consigli circoscrizionali senza sapere di quante risorse hanno realmente bisogno?». Il punto, secondo il presidente, è proprio questo: «C’è molta acqua sporca da lavare via. Ma se in quattro anni non si è riusciti ad affrontare la questione, dubito che lo si faccia adesso». Stefani non è ottimista: «Si andrà avanti così fino a quando non ci saranno più soldi e a quel punto le circoscrizioni verranno chiuse in 24 ore, in una situazione di emergenza. In un giorno si farà male quello che si poteva fare bene con un percorso più lungo».
Attende l’incontro di mercoledì per confrontarsi con i colleghi anche Claudio Geat, presidente del Centro Storico-Piedicastello. «Più che per il compenso, mi dispiace per la non decisione» osserva Geat. Che sul merito della questione sottolinea: «Credo che fino a un certo livello l’attività politica debba essere gratuita. Questo si aspettano i cittadini. Diverso è il caso di un’attività politica che vincola l’attività lavorativa». In concreto: «Sono stato consigliere circoscrizionale e posso dire che al gettone si può rinunciare. Per quanto riguarda i presidenti non mi esprimo, essendo parte in causa: mercoledì faremo delle valutazioni». Ma su un punto il presidente è certo: «Non è mai stata presa in mano una riforma ragionata delle circoscrizioni. Si doveva fare una riflessione più ampia e affrontare il tema delle funzioni dei quartieri, tenendo conto che i cittadini non desiderano una moltiplicazione degli enti intermedi».
Commenta il voto in aula con asprezza Alberto Pedrotti, giovane presidente della circoscrizione di Sardagna. «Al di là della questione economica, che oggettivamente non colpisce nessuno vista l’entità delle cifre — dice — il fastidio deriva dal fatto che siamo stati usati come merce di scambio per avanzare un’ipotesi di accorpamento senza nemmeno interpellarci». Il nodo, quindi, è politico. «Un anno fa hanno confermato le circoscrizioni e ora le ridiscutono. Mi pare che si agisca con dilettantismo» osserva Pedrotti, che non è tenero nei confronti della maggioranza comunale: «Se presenta una delibera e non è in grado di votarla, forse dovrebbe porsi qualche domanda».