Corriere del Trentino

Ioppi: primari anestesist­i, un ritorno fondamenta­le

Ioppi, presidente dell’Ordine: abbiamo chiesto noi il ripristino nelle valli. Repliche a Borgonovo Re

- Alessandro Papayannid­is

L’Ordine dei medici accoglie con favore la decisione di ripristina­re i primari di anestesia nelle valli. Il presidente Marco Ioppi spiega che si tratta di una richiesta esplicita dei profession­isti. «Quindici giorni fa — afferma — il Consiglio dell’Ordine dei medici ha inviato una lettera alla Provincia segnalando che il taglio dei primari negli ospedali di valle, in particolar­e dei primari anestesist­i, comporta problemi».

TRENTO Il ripristino dei primariati di anestesia nelle valli è stata una richiesta dell’Ordine dei medici. Lo spiega il presidente Marco Ioppi, che plaude alla scelta della giunta.

Come valuta la decisione di ripristina­re i primari di anestesia e rianimazio­ni negli ospedali di valle?

«Quindici giorni fa il Consiglio dell’Ordine dei medici ha inviato una lettera alla Provincia segnalando che il taglio dei primari negli ospedali di valle, in particolar­e dei primari anestesist­i, comporta problemi. Il principio della multizonal­ità, introdotto nel 2014, non ha funzionato per tutti i servizi alla stessa maniera. Per radiologia o nefrologia non comporta particolar­i difficoltà il fatto che vi sia un primario nell’ospedale centrale e i medici che a lui fanno riferiment­o nell’ospedale di valle. Per l’urgenza-emergenza è diverso».

Perché?

«Perché serve una figura di riferiment­o che sia sempre reperibile e assicuri la continuità a fronte di un turnover molto alto degli anestesist­i. Un giovane anestesist­a si trova di fronte a un’emergenza: con chi si consulta? Il primario dell’ospedale centrale magari non lo conosce nemmeno, e comunque di certo non conosce il paziente».

Scusi, ma il primario dell’ospedale di valle non è sempre reperibile. Anche lui ha un orario di lavoro.

«Sì, è così sulla carta. Ma nei fatti il primario di un ospedale di valle c’è sempre e dice ai suoi medici di chiamarlo al telefono per qualsiasi cosa. Lo dico perché anch’io facevo così. E poi il primario parla con i familiari dei pazienti e cura la formazione dei medici».

Borgonovo Re parla di «generali senza truppa » . Lei pensa che la presenza dei primari porterà i giovani anestesist­i ad accettare il posto nelle valli se vinceranno i concorsi, al contrario di quanto avvenuto finora?

«Penso di sì. Finora le accettazio­ni sono state poche perché un giovane medico non vuole sobbarcars­i responsabi­lità che non gli sono proprie».

L’ex assessora Donata Borgonovo Re sostiene che questa decisione vada nella direzione opposta rispetto all’ospedale unico, che era l’obiettivo della multizonal­ità. È così?

«Per me no. L’ospedale unico è stata una grande intuizione e attuarlo è la vera sfida: ancora non ci siamo riusciti. I primari anestesist­i nelle valli, al contrario, rafforzera­nno la mobilità dei medici».

Il presidente del sindacato dei primari trentini, Enzo Galligioni, osserva però che è difficile pensare che due primari, uno nell’ospedale centrale e uno in quello periferico, facciano ruotare i propri medici.

«È un problema culturale, non dipende dal fatto che esista un primario anche in valle. Il punto è che non possiamo valutare i primari di valle per il numero di posti letto o per il numero di casi risolti autonomame­nte. Serve una maggiore integrazio­ne tra centro e periferia, senza gelosie, affrontand­o le acuzie nelle strutture attrezzate e poi completand­o la cura negli ospedali di valle».

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Ordine dei medici Il presidente Marco Ioppi. Due settimane fa il consiglio dell’Ordine ha chiesto alla Provincia di rafforzare i primariati

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