«Aveva una salute di ferro e si ricordava di tutti»
Il dolore del nipote Paolo e di Renza. «Meglio così, non avrebbe sopportato la Rsa»
TRENTO «Siamo molto addolorati. Io le ero molto affezionato. Era l’ultima zia, l’ultima rimasta dei fratelli di mia madre. E mi dispiace per il modo in cui se ne è andata. Forse, posso dire che è meglio così: andarsene all’improvviso e non dopo anni di sofferenza in casa di riposo». A ricordare la zia Edda è Paolo Barbagli, 51 anni, medico di Riva del Garda, specialista in terapia del dolore, e marito di Renza Bollettin, assessore comunale alla cultura.
Il professionista ha riconosciuto il corpo della zia rimasta intrappolata, vicino alla stufa, nell’incendio che ha fatto crollare i piani della casa in cui era nata e vissuta. Ora ne serba un intenso ricordo. «Si ricordava sempre il mio compleanno. È buffo perché ho 51 anni, ma lei mi vedeva sempre bambino». La famiglia è stretta nel dolore per la perdita della congiunta. «Sono molto addolorato per come è successo» ripete il nipote. «Era ancora autonoma, stava bene. Perfino il suo medico che l’aveva visitata recentemente aveva detto che aveva una salute ferrea. Ecco, forse è meglio così. Non avrebbe sopportato il fatto di finire in una casa di riposo». «Edda era una persona dolce, premurosa e affabile» prende la parola la Renza, moglie di Paolo. «Non dimenticava mai nulla di nessuno e nessuna ricorrenza», aggiunge.
Edda Barbagli era l’ultima in vita dei fratelli. Noel, sorella maggiore, è deceduta nel 2003. Bruno, maestro elementare e padre di Paolo e Fabio, era scomparso nel 1993. I genitori si chiamavano Dorina Briosi e Angiolino Barbagli. Si erano conosciuti a Genova. Dorina era lì durante la prima guerra mondiale, sfollata dal Trentino. Angiolino era un finanziere toscano. Dopo la guerra si erano trasferiti nella casa di famiglia di Dorina, a Riva, dove ha sempre vissuto la figlia Edda.