Sospetto reciproco
Sono stanca di parole di cordoglio che restano parole, di candele accese in fiaccolate generose, ma sterili. Sono stanca di bombardamenti crudeli che mettono in conto danni collaterali fatti di famiglie annientate e lutti, di cui sappiamo poco e pare non ci importi nulla. E sono stanca di sentirmi in colpa per le responsabilità di un Occidente in cui molti, comunque, cercano sicurezza e alcuni vendetta.
Ho un gran desiderio di identità, di certezza, di principi chiari, di regole democratiche, senza eccezioni in nome della religione, della tradizione o dell’etnia. La situazione drammatica in cui stiamo vivendo sembra vanificare tutte le guerre per le libertà civili e la democrazia combattute in Europa, nonché le battaglie per i diritti delle donne. Quelle e quelli che, vincendole a prezzo di sacrifici enormi, ci hanno consegnato la Costituzione, chiederebbero, se lo potessero fare, di non accettare i compromessi finora realizzati in nome di un’integrazione costruita su deroghe ai principi per cui hanno lottato.
Chiunque voglia essere italiano (ed europeo) dovrà conoscere (e far conoscere alla propria famiglia) la lingua del paese ospitante e accettarne — praticandoli anche con un po’ di sforzo personale — i principi costituzionali di laicità ed eguaglianza, solidarietà e parità, esercitando l’educazione parentale nell’interesse del minore e non del clan familiare, dell’ «onore» o della tradi-zione.Molti obietteranno che anche tanti italiani conoscono
poco la lingua e la Costituzione, tengono comportamenti aberranti e non rispettano la legge. Ed è vero. Ma credo che a un Paese stremato dalla crisi — di valori ancor più che economica — bastino i propri abitanti problematici. Alle necessità dei quali già si fatica a dare risposte adeguate. L’accoglienza incondizionata, ma senza dignità (o peggio strumentale), genera rancore, odio ed emarginazione. Che non si dileguano con gli anni, ma spesso si autoalimentano e si radicalizzano. La miscela esplosiva di ghettizzazione, ignoranza, non assimilazione dei principi democratici, buonismo opportunista e tolleranza a senso unico porterà ai nazionalismi, all’insicurezza, ai muri e al reciproco sospetto. E all’incertezza di una guerriglia, nella quale il solo vincitore sarà l’odio.