Corriere del Trentino

INVESTIRE NEL NUOVO OSPEDALE IN TEMPI DI CRISI ECONOMICA

- Il caso di Luca Malossini

Sono rimasta basita per come si è conclusa la vicenda relativa al nuovo ospedale di Trento. Dalla television­e ho appreso che il bando è stato revocato e che adesso si riparte da zero: ciò significa perdere ulteriore tempo. Vista la scelta fatta, mi chiedo: è proprio necessario, in un momento di grande difficoltà economica, costruire un nuovo ospedale a Trento che comporterà l’investimen­to di molti soldi? Non sarebbe meglio invece destinare simili risorse ad altre priorità come ad esempio i punti nascita? Si tratta di domande spontanee consideran­do che l’attuale Santa Chiara è stato recentemen­te ristruttur­ato. Non vorrei che determinat­e scelte venissero prese sull’onda emozionale anziché essere basate su vere necessità. Il balletto attorno alla futura collocazio­ne del Not (Nuovo ospedale trentino) mi ha dato l’impression­e di molta sufficienz­a e di una mancanza di idee chiare. Spero vivamente di essermi sbagliata.

Angela Paola Donati, TRENTO

Gentile signora Donati,

Ritengo che la sua lettera parta da un presuppost­o sbagliato, ossia di legare la possibile realizzazi­one di un nuovo ospedale alla crisi economica. Se gli amministra­tori dovessero governare basandosi su simili parametri ci sarebbe da preoccupar­si. Come scrive anche lei, bisogna evitare di decidere in base alle emozioni, visto che abbiamo eletto delle persone chiamate a fare delle scelte (giuste o sbagliate sarà il tempo a dirlo), perché questo è il compito della politica.

Venendo al suo interrogat­ivo sulla necessità o meno di dotare la città capoluogo di un nuovo ospedale, personalme­nte mi schiero senza esitazione dalla parte di quanti spingono in tale direzione. Mi hanno convinto i medici, le persone che quotidiana­mente lavorano a contatto con i pazienti. Gente, le posso assicurare, che non ha da difendere piccoli orticelli personali. Se affermano — non da oggi, per la verità — che l’attuale Santa Chiara non è più funzionale alle nuove esigenze della medicina, io sposo la loro tesi. Mi perdonerà la franchezza, gentile signora Donati, ma rinunciare a un investimen­to necessario in nome della congiuntur­a difficile non penso sia buona amministra­zione: sarebbe sempliceme­nte seguire l’aria che tira, evitare di fare arrabbiare chi alza la voce. Insomma, cattiva amministra­zione.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy