Corriere del Trentino

L’ironia della politica

L’intervista La compositri­ce Manuela Kerer a Bolzano il primo aprile «La gente è disabituat­a ad ascoltare musica. A me piace sperimenta­re»

- Lucia Munaro

«Ho sempre le scarpe giuste nel posto sbagliato». La brissinese Manuela Kerer, compositri­ce insieme al messicano Arturo Fuentes dell’opera «Whatever Works», che andrà in scena al Teatro Comunale di Bolzano il prossimo 1 e 3 aprile, ironizza così sulla sua vita da artista, un po’ nomade e divisa tra Bressanone, Innsbruck e anche Monaco di Baviera. A Bolzano in questi giorni per le prove dell’opera contempora­nea inserita nella stagione regionale della Fondazione Haydn, Kerer ha parlato del complesso lavoro dietro a «Whatever Works» e del lavoro di musicista e compositri­ce in genere.

La prima cosa che salta agli occhi è che quest’opera è stata scritta da due compositor­i, da lei e da Arturo Fuentes, non è insolito?

«Confesso che anch’io ero sorpresa e preoccupat­a quando Michael Scheidl, che è il regista e produttore di Whatever Works mi fece questa proposta. Io sono “egoista” quando compongo, vorrei che la mia musica si riconosca poi in un lavoro. Ma il nome di Fuentes mi ha tranquilli­zzato, conoscevo in parte la sua musica e la apprezzavo. Anche in seguito abbiamo collaborat­o molto bene insieme, ognuno è rimasto soddisfatt­o del risultato finale».

In particolar­e come vi siete suddivisi il compito?

«In quest’opera, che tratta in modo satirico pratiche politiche attuali, ci sono due mondi, quello politico, rappresent­ato dalle due protagonis­te Umma e Emma, una ministra e l’altra alto commissari­o dell’Onu e dall’altra parte quello che io chiamo della gente comune, gli autisti e i funzionari. A me è toccato musicare il mondo comune, come speravo e Fuentes l’altro. Penso sia stata una scelta azzeccata, la musica di Fuentes che usa anche l’elettronic­a si adatta a riproporre il mondo artificial­e dei personaggi politici. Altra difficoltà era che le due musiche suonassero bene insieme visto che i personaggi dei due mondi interagisc­ono nell’opera. Quindi non ci siamo divisi il lavoro scrivendo una scena io e una scena Fuentes, è stato un po’ complesso, ma il risultato è ottimo».

Il libretto invece è dello scrittore e poeta bulgaro Dimitré Dinev, come è stata invece la collaboraz­ione con lui?

«Dinev scrive in tedesco e avevo letto un suo libro, a metterci insieme è stato sempre Michael Scheidl, penso che questi abbia un talento per mettere insieme le persone giuste. Apprezzo il modo di scrivere di Dinev, sempre graffiante ma anche ironico nel denunciare l’assurdità della politica».

Anche se il lavoro artistico la porta a vivere altrove, lei torna sempre in Sudtirolo?

«Vero, trovo che la qualità della vita qui sia elevata e torno sempre volentieri a Bressanone, dove sono nata. Non ho mai rotto i legami, scrivo regolarmen­te di musica contempora­nea sul quotidiano locale Dolomiten».

Un sugger imento per ascoltare la musica contempora­nea?

«Intanto a me piace sperimenta­re, creare qualcosa di nuovo. Penso che sia stato così per tutti i compositor­i, anche quelli del passato, ai quali io mi sento legata. Penso che la gente sia disabituat­a ad ascoltare la musica, anche alla radio si trasmetton­o brani di due minuti e mezzo al massimo, invece la musica contempora­nea ha bisogno di concentraz­ione per essere apprezzata» .

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Creativa La compositri­ce brissinese Manuela Kerer il primo e il tre aprile sarà al Teatro comunale di Bolzano con la nuova opera «Whatever Works» insieme al collega messicano Arturo Fuentes

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