Pd, prime adesioni per Bozzarelli
Sì di Manica, Dorigatti e Agostini. Partito spiazzato, Elisa Filippi torna tra i papabili
Elisabetta Bozzarelli incassa i primi appoggi alla sua candidatura alla segreteria del Pd: tra questi, il capogruppo provinciale Alessio Manica, il presidente del consiglio provinciale Bruno Dorigatti e l’ex segretario Maurizio Agostini. «Ora la sintesi non è più possibile» commenta Elisa Filippi, che non pone veti sulla sua candidatura.
TRENTO La candidatura di Elisabetta Bozzarelli alla segreteria del Pd trentino incassa i primi appoggi: il capogruppo in consiglio provinciale Alessio Manica, il presidente del Consiglio provinciale Bruno Dorigatti, l’ex segretario Maurizio Agostini e un gruppo di giovani democratici roveretani. «Ora la sintesi unitaria non è più possibile, mi pare che sia stata avanzata una candidatura con un approccio divisivo, dicendo no a Gilmozzi e no a Olivi», afferma Elisa Filippi, che due anni fa vinse le primarie e poi si trovò in minoranza.
Chi si candiderà dopo Bozzarelli? Stasera l’assemblea del partito potrebbe aiutare a chiarire il quadro. L’ampio fronte alternativo, ammesso che riesca a saldarsi, è rimasto disorientato dalla mossa del gruppo generazionale, come si evince dalla girandola di nomi — anche molto lontani tra loro — che ieri si è nuovamente levata sul congresso. «Se Olivi non corre — dice Luigi Olivieri — io sono pronto. Ma il candidato può essere Elisa Filippi, o anche Italo Gilmozzi, su cui non ho pregiudiziale pur vedendolo meno adatto, ma anche Lucia Maestri o Mattia Civico vanno bene. Il punto è che occorre una leadership e occorre dire una parola chiara sulla riforma costituzionale e il sostegno al governo Renzi, cosa che il gruppo di Bozzarelli non fa. Non è sufficiente dire che Renzi è il segretario di tutti o che Bozzarelli è andata alla Leopolda. Per forza, c’era Civati! E Dorigatti ha dichiarato che non sa come voterà al referendum».
Dorigatti plaude alla candidatura di Bozzarelli: «Hanno giocato carte nuove, con un documento condivisibile e una scossa al rinnovamento, di cui c’è necessità. Sento dire addirittura che qualcuno chiederà le mie dimissioni in relazione alla posizione sul referendum costituzionale. Il Pd dovrebbe rispettare le sensibilità, non ammettere solo chi ha sangue blu e capelli biondi. Io non li ho. Prima di decidere cosa fare al referendum, credo sia utile ascoltare l’opinione di persone come Bruno Ballardini. Poi deciderò».
Oltre a Dorigatti e Manica (ne riferiamo in pagina) disco verde a Bozzarelli dall’ex segretario Maurizio Agostini («Nel tono e nelle parole di Elisabetta risento lo spirito fondatore del Pd del Trentino. In bocca al lupo!») e dei roveretani Egon Angeli, Antonella Bernardis, Lucio Dama, Giulia Fiorini, Rachele Lorandi, Lorenzo Manfredi, Nives Merighi, Arianna Miorandi, Erica Mondini, Lorenzo Passerini, Marco Piccolroaz, Giuseppina Sarni, Bruna Travaglia.
Ai piani alti del partito la mossa di Bozzarelli non viene valutata in modo uniforme. «I giovani hanno svolto un lavoro positivo, credo che molte delle istanze che hanno posto possano essere recepite», dice l’assessore Luca Zeni. Nulla fa pensare, però, che Bozzarelli possa fermarsi. Italo Gilmozzi, assessore a Trento, in pole position per una candidatura in caso di «no» di Olivi (ma bisogna vedere se il gruppo di Nicoletti e Civico lo sosterrebbero), le invia già gli «in bocca al lupo». Ma aggiunge: «Serve una candidatura che rappresenti la maggioranza del partito e non so se Bozzarelli possa rappresentarla. Io mi candiderò se ci sarà un’ampia convergenza. Altrimenti farò spazio a un altro». Olivi prende tempo. Elisa Filippi, invece, si dice sorpresa «da una conferenza stampa convocata quando c’era un invito a confrontarsi tre giorni dopo in assemblea». E aggiunge: «Sulla piattaforma politica non ho capito molto: sul Pd radicato sul territorio siamo tutti d’accordo. Le voci sulla mia candidatura? Io mi impegno per una sintesi nella chiarezza. E non avendo mai messo veti su nessuno, non ne metto neanche su di me». Donata Borgonovo Re si dichiara «contenta che anche i giovani abbiano espresso una candidatura. Ora vedremo di trovare la quadra, serve autorevolezza con gli alleati. Robol aveva più esperienza di Bozzarelli, ma poi le cose non sono andate bene comunque. A priori non escludo l’appoggio, ma non vogliamo replicare azioni che brucino le persone, comunque vedremo».