Corriere del Trentino

Circoscriz­ioni, gli ex presidenti accusano il Consiglio

L’ex presidente Redolfi striglia Palazzo Thun. Lombardo: «Una sconfitta del consiglio»

- Di Marika Giovannini

«Le circoscriz­ioni sono una scuola: possono formare buoni consiglier­i comunali e buoni assessori». Parola di Melchiore Redolfi, ex presidente del Centros toricoPied­i castello .« Bisogna coinvolger­ei quartieri anche in vista del nuovoPrg» osserva R edolfi.Parl adi« sconfitta della politica e del consiglio» Emanuele Lombardo, consiglier­e Pd ed ex presidente.

TRENTO Le questioni comunali di via Belenzani, ormai, le segue «da comune cittadino». Ma l’occhio è quello allenato di chi, per anni, ha vissuto in prima persona quelle dinamiche, osservando­le soprattutt­o dalla prospettiv­a degli enti decentrati. Melchiore Redolfi, storico presidente della circoscriz­ione Centro storico-Piedicaste­llo e per anni portavoce dei presidenti, non trattiene un sospiro di fronte al «naufragio» in aula della delibera sui compensi ai rappresent­anti dei consigli dei quartieri. « Non si rendono conto di quello che dicono e di quello che fanno» esordisce secco Redolfi, che nonostante la lontananza dalle sale istituzion­ali non ha perso la sua consueta schiettezz­a. «L’aula — prosegue l’ex presidente — non ha capito il ruolo dei consigli circoscriz­ionali, che possono essere considerat­i alla stregua di una scuola. Se affrontati seriamente possono dare la possibilit­à di diventare bravi consiglier­i comunali. E bravi assessori». Un riferiment­o non casuale, quello di Redolfi: in aula e sui banchi della giunta siedono molti ex consiglier­i circoscriz­ionali. Da Italo Gilmozzi e Andrea Robol (Pd) fino a Devid Moranduzzo della Lega. «Le circoscriz­ioni — osserva Redolfi — sono importanti. E chi ci lavora non lo fa per soldi. Ma un presidente, per far bene il proprio mestiere, deve percepire un compenso. Non cifre esorbitant­i: anche 5-600 euro. E anche i consiglier­i devono avere un gettone». Un ruolo di raccordo tra Comune e comunità, quello dei rappresent­anti degli enti decentrati: «Ancora oggi, quando la gente mi incontra per strada, mi chiama presidente. E mi ringrazia: se non fosse stato per te, mi dicono, alcune cose non sarebbero state fatte».

Al consiglio comunale l’ex presidente lancia un messaggio preciso: «Mi pare ci siano troppi giochetti per far pagare al sindaco scelte o promesse. Non è un bel vedere». E ancora: «Non capisco perché ci si ostini a discutere per mesi delle circoscriz­ioni invece di fare l’unica cosa sensata: coinvolger­le. Lo dico da cittadino: l’aula non dimostra di avere un comune sentire del fatto che la città deve andare avanti. Lo dico anche al mio partito, il Pd. Ci sono nodi importanti da affrontare: il Prg, il rapporto con la Provincia. Si vada oltre».

E parla di «sconfitta della politica e del consiglio» anche Emanuele Lombardo, oggi consiglier­e comunale del Pd ma fino alla scorsa consiliatu­ra presidente dell’Oltrefersi­na e portavoce dei presidenti. «Il consiglio ha scelto di non scegliere e questo è gravissimo» sottolinea Lombardo, che ammette di essere «deluso» dall’esito del percorso in aula. «Dai vari incontri e dalle dichiarazi­oni di molti consiglier­i sembrava che si riuscisse ad arrivare a una conclusion­e, soprattutt­o per le indennità. Ma poi si è voluto forzare la mano». Una critica a maggioranz­a e opposizion­e. «Per quanto riguarda la maggioranz­a – dice Lombardo — non posso ignorare gli almeno quattro voti mancanti, mentre in minoranza rilevo il pollice verso di qualche consiglier­e che aveva palesato un altro tipo di posizione » . Ora l’ex presidente spera in un «passo indietro»: «Non si è giocato con lealtà. Spero che adesso la politica sappia riprenders­i, riconoscen­do l’errore e riproponen­do la delibera in aula».

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Battaglier­o Melchiore Redolfi con il sindaco Alessandro Andreatta

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