«Molti abusivi senza esperienza»
Panizza: in tanti da Belgio e Polonia
TRENTO Una vita per lo sci. Poi, la concorrenza sleale di chi non ha titoli né meriti. Mario Panizza, presidente del Collegio maestri di sci del Trentino, al dumping in salsa polacca proprio non vuole cedere. «Impieghiamo anni per diventare maestri, per farlo investiamo anche 15.000 euro. E poi c’è chi pensa di potersi improvvisare».
Presidente, cosa la fa più infuriare?
«L’impossibilità di mettere un freno a questo fenomeno: solo la scorsa stagione sono stati almeno un migliaio i cosiddetti abusivi, persone che arrivano sulle nostre montagne con brevetti presi in tre o quattro giorni. È assurdo: noi sosteniamo selezioni durissime, economicamente e a livello tecnico».
Ma la competizione ormai è globale per tutti i settori…
«Sì, ma se fosse onesta non avremmo problemi. Non discuto sulla possibilità che professionisti stranieri vengano a esercitare sul nostro territorio, ma devono rispettare le nostre regole, avere delle autorizzazioni e delle idoneità conformi ai nostri titoli».
Quanto pesa tutto ciò su di voi?
«Parecchio. Sia a livello economico che di sistema. Basta considerare che i maestri di sci iscritti all’albo in Trentino sono 2.500, in più ogni anno la Provincia rilascia circa 1.500-1.700 autorizzazioni a maestri stranieri in regola, e oltre a questi si aggiungono almeno altri 1000–1.100 abusivi provenienti soprattutto da Belgio, Polonia e in parte dalla Danimarca, anche se in maniera minoritaria. Sono persone che, essendo poco esperte, non sanno come gestire un gruppo in pista e mettono a repentaglio la sicurezza dei loro clienti e degli altri sciatori».
E delle misure pensate dalla Provincia cosa ne pensano i maestri trentini?
«Ben vengano le collaborazioni: abbiamo già fatto un primo incontro coni tour operator belgi e polacchi che organizzano questi gruppi con guide non certificate, ma onestamente, al momento, non abbiamo visto alcun risultato concreto».
E la polizia?
«Le forze dell’ordine ci sono, ma sono insufficienti. Non possono controllare tutto, anche perché il business dei tour operator è davvero fortissimo, per altro alle spalle di questi pseudo maestri che vengono pagati molto meno rispetto ai professionisti italiani».
Ma i furbetti sono solo stranieri? Non c’è anche qualche italiano che cerca «vie brevi» per ottenere più facilmente il patentino?
«Sì, devo ammettere che è capitato. Qualcuno ha tentato anche da noi di fare il doppio gioco, ma almeno su questo siamo intervenuti in tempo».