Corriere del Trentino

UN PROGETTO IRREALISTI­CO

ANESTESIST­I

- Di Claudio Buriani

V oglio scrivere all’assessore Luca Zeni in relazione al tema degli anestesist­i. L’idea di averli sempre presenti, anche nei nosocomi di valle, è irrealisti­ca.

Egregio assessore Luca Zeni, la vedo impegnato nell’affrontare i problemi della nostra sanità e non può essere diversamen­te visti gli ambiziosi obiettivi che si è dato. Voglio prendere come emblematic­o esempio il problema legato all’obiettivo duplice di garantire la sopravvive­nza dei punti nascita negli ospedali di valle (una resistenza eroica) e, nel contempo, di garantire la presenza in tali ospedali di una équipe di anestesist­i presenti continuati­vamente nelle 24 ore.

Come si comprende i due obiettivi sono collegati, in quanto la nascita di un bambino può richiedere la presenza di un anestesist­a, oltre ad altri numerosi profession­isti. L’équipe degli anestesist­i negli ospedali di valle è sempre stata impostata su tre unità, di regola sottoutili­zzate nelle attività programmat­e (le sale operatorie) ma tali da garantire la copertura nelle 24 ore con presenza diretta o in reperibili­tà in caso di bisogno (urgenze chirurgich­e, assai rare, da poco tra l’altro interrotte con obbligo di rinvio a Trento, e supporto al pronto soccorso).

Il nuovo obiettivo è di avere l’anestesist­a sempre presente. Bene, vorrei essere chiaro: dubito che l’obiettivo sarà mai raggiunto e ritengo si andrà avanti con continue precisazio­ni che «il concorso è stato fatto ma non vi sono stati abbastanza concorrent­i, si procederà quanto prima ad un nuovo bando, vedrete che copriremo i posti, facciamo i primari» e così via fino, mi scusi assessore la brutale sincerità, alla fine del suo mandato. Non per fare l’uccello del malaugurio, ma il suo progetto è fuori dalla realtà e come tale destinato al fallimento in una perenne rincorsa dell’obiettivo dato.

Per prima cosa la programmaz­ione del personale anestesist­a, come di tutte le specializz­azioni mediche, è notoriamen­te orientata alla riduzione e di conseguenz­a sarà necessario, non solo in Trentino, procedere a virtuosi e inevitabil­i processi di razionaliz­zazione dei servizi evitando quegli sprechi o ridondanze o come li vogliamo chiamare cui lei sembra orientato: si dovranno definire le priorità e fare opportune scelte conseguent­i.

Perché sprechi? Perché un buon servizio di emergenza si può e si deve ottenere con soluzioni razionali e non sottoutili­zzando personale quali gli anestesist­i che in breve tempo saranno tra l’altro deprofessi­onalizzati da inerzia, solo una pallida presenza di facciata. E, mi creda, sono facciate assai pericolose per coloro che devono farvi ricorso. Non penso possibile che i dirigenti dell’Azienda sanitaria non le abbiano spiegato che la «clinical competence», cioè l’effettiva capacità operativa di un profession­ista, è la garanzia di mettere soldati addestrati a guardia della vita dei cittadini: sono certo che lei non vorrà solo facciate nel suo progetto.

Ritengo che comunque l’organizzaz­ione anestesiol­ogica da lei prospettat­a, semmai si realizzerà, si emenderà da sola, in quanto appena possibile i neoassunti se ne andranno in sedi ospedalier­e ove potranno svolgere il lavoro per cui sono stati preparati e che desiderano fare. È un copione già visto.

Le ricordo inoltre che già oggi la situazione è in crisi: si vogliono garantire équipe anestesiol­ogiche piene negli ospedali di valle, il parto indolore ovunque, gli elicotteri con anestesist­i fuori orario, ma poi ci si ritrova con vuoti di organico ovunque, non ultima la riduzione non irrilevant­e delle attività chirurgich­e programmat­e nell’ospedale di Rovereto ove mancano quattro anestesist­i e, di conseguenz­a, saranno rallentate le sale operatorie ed aumenteran­no i temi di attesa. Le consiglio vivamente di evitare di imboccare la strada di una rincorsa a un obiettivo ideale ma irreale, le consiglio di prendere come assessore l’iniziativa su argomenti così delicati, con un’intelligen­te programmaz­ione, nonché di farlo avendo consiglier­i seri ed accorti, che le espongano con realismo cosa si può e cosa si deve fare e cosa è irreale e, perché no, sbagliato. Mi ricorda questa frase un poco paternalis­tica una lettera a Lucilio che dice che «finché non avrai sciolto i nodi che citavo il tuo non sarà un viaggio ma un vagabondag­gio». Ecco assessore, cerchi di evitare il vagabondag­gio. Un altro punto: mi rivolgo al presidente dell’Ordine dei medici per chiedergli come possa pensare che la copertura dei primariati di anestesia sia la soluzione delle équipe degli ospedali di valle in base alle taumaturgi­che virtù primariali. Vedo anche un vuoto di interventi di profession­isti per cercare di indirizzar­e la sanità verso una soluzione virtuosa dei problemi sul campo. Inoltre, la presenza anestesiol­ogica viene inoltre depotenzia­ta e sottoutili­zzata dalla recente decisione, sopra citata, di interrompe­re le urgenze chirurgich­e negli ospedali di valle di notte e nei festivi.

Ricordo, last but not least, e mi scuso se infierisco, due altri argomenti. Il primo è che l’Azienda bolzanina ha attivato un bando per cento medici di cui quattordic­i anestesist­i, bando regolarmen­te vuoto anche in relazione al bilinguism­o ma, pensate, il bando è impostato per attirare a Bolzano e sedi limitrofe medici sia per la qualità del lavoro, sia per quanto offre il Sudtirolo in termini di qualità della vita. Il secondo è che sono previsti tagli economici e l’anno prossimo vi saranno trenta milioni in meno nel bilancio aziendale.

Concludo: la politica è fatta anche di promesse, di certo in buona fede, ma poi bisogna fare i conti con la realtà, le scelte e le priorità delle cose fattibili sono basate su scelte politiche non disgiunte da osservazio­ni tecniche appropriat­e e documentat­e. Anch’io penso, come lei assessore ha affermato, che gli ospedali di valle siano i pilastri di una sanità equa, ma penso altresì che si debba optare per modelli organizzat­ivi realistici al fine di mantenerli presidi all’altezza delle esigenze dei cittadini.

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