Toniatti: «C’è un contesto contrario alle autonomie»
Eurac, convegno sulla revisione statutaria. L’esperto: molto dipenderà dagli accordi politici
Quali competenze gestiscono le cinque autonomie speciali esistenti in Italia? In che modo, con quante risorse e con quali esiti? A queste domande ha provato a dare una risposta il convegno tenutosi ieri all’Accademia europea dal titolo «Il futuro della specialità regionale alla luce della riforma costituzionale». Numerosi i relatori, che insieme ai ricercatori dell’Eurac hanno tracciato un profilo delle singole autonomie speciali italiane: nel corso della prima sessione sono intervenuti Roberto Toniatti, professore di diritto costituzionale all’Università di Trento nonché editorialista del Corriere dell’Alto Adige, Sara Parolari, ricercatrice dell’Istituto per lo studio del federalismo e del regionalismo dell’Accademia europea, Gianfranco Postal, magistrato della Corte dei Conti di Trento e infine Roberto Louvin, professore di diritto pubblico comparato dell’Università della Calabria.
«In questo momento c’è un contesto molto contrario alle autonomie speciali — ha spiegato Toniatti, che è intervenuto con una relazione su “asimmetrie regionali, identità culturale e competitività dei territori: i titoli fondativi dell’autonomia speciale” — C’è una norma provvisoria che sospende la revisione dell’autonomia sino alla revisione degli statuti, e questo è un punto chiave, che però è legato ad accordi politici. Bisogna vedere, insomma, se questo accordo regge. Possiamo dire — chiosa Toniatti — che c’è una situazione di massima incertezza, e che ci sono molti elementi per essere pessimisti e pochi per essere, invece, ottimisti».
La seconda sessione, moderata dalla ricercatrice Alice Valdesalici, ha visto al tavolo dei relatori Elena D’Orlando (Università di Udine), Carlo Pala (Scienza dell’amministrazione all’Università di Sassari) e Dario Immordino (Diritto costituzionale a Palermo).