L’Abd: «Il costo dell’aeroporto? Cinque euro pro capite all’anno»
La società avverte: se perdiamo il referendum arriva l’incertezza dei privati
BOLZANO Da un referendum all’altro. Dopo il «Benko» il prossimo 12 giugno gli altoatesini potranno esprimersi sull’ampliamento della pista dell’aeroporto di Bolzano. A scendere in campo la stessa società di gestione dello scalo, la Abd, che ieri ha fornito dati e numeri.
«L’aeroporto costituisce un’opportunità per tutti — ha chiarito il presidente di Abd, Otmar Michaeler — in tempi in cui sembra si vogliano ripristinare le frontiere terrestri, ecco che un aeroporto può veramente essere la porta di accesso al mondo». L’ampliamento dello scalo, secondo Abd, rafforzerebbe la vocazione turistica dell’Alto Adige, ma rappresenterebbe anche un valore aggiunto per l’economia, la scienza, l’istruzione e la cultura: «Capisco che coloro che vi abitano vicino siano preoccupati dal rumore — ha aggiunto Michaeler — ma a Verona e Innsbruck esistono già aeroporti di questo tipo e la gente vive comunque: non bisogna farsi prendere da scelte emozionali, c’è bisogno di capire l’enorme importanza che questo scalo potrebbe rivestire anche per le generazioni future. Vogliamo far luce su eventuali aspetti che non sono chiari, ma al contempo smentire tutte le favole che circolano sul conto dell’aeroporto».
L’obiettivo, in caso di vittoria del sì, è di raggiungere i 170.000 passeggeri entro la fine del 2021: «Che significano 14,5 milioni di valore aggiunto in più per il nostro territorio, ulteriore fatturato per l’economia altoatesina, creazione di posti di lavoro e un aumento del gettito fiscale pari a circa 2,2 milioni di euro», ha precisato il presidente Abd. Secondo la società di gestione, visto che nel prossimo quinquennio il sostegno della Provincia sarà di due milioni e mezzo all’anno, ogni altoatesino pagherà di fatto 5 euro a testa «per un aeroporto perfettamente funzionante — così Michaeler — a fronte dei 160 milioni che la Provincia spende ogni anno per la mobilità interna, per i collegamenti con treni e pullman e per il trasporto scolastico. Vale sicuramente la pena investire una somma tutto sommato bassa, 2,5 milioni all’anno per i primi cinque anni e poi 1,5 milioni all’anno, per avere un collegamento aereo funzionante e di ampia utilità». Il piano di sviluppo prevede che ogni giorno debbano partire e arrivare cinque aerei e lo scalo resterà operativo dalle 6 alle 23.
Un problema a parte riguarda la nuova valutazione di impatto ambientale richiesta dalla Commissione Via per un tratto di prolungamento della pista, gli ultimi 30 metri nello specifico: «Abbiamo rispettato tutte le condizioni richieste e presentato una relazione ambientale ben più approfondita di quanto fosse necessario — ha dichiarato Michaeler — siamo rimasti stupiti di fronte a questa decisione: affronteremo serenamente la nuova Via e affronteremo quanto richiesto, anche se comporterà una spesa di oltre 100.000 euro».
E se invece alla fine al referendum vincesse il no? «Vorrebbe dire metterci in vendita — ha concluso il presidente — la Provincia avrebbe pochissima voce in capitolo sul futuro dell’aeroscalo, poiché un gestore privato ha delle altre priorità e i suoi piano di sviluppo sarebbero sicuramente orientati a massimizzare i profitti».