Corriere del Trentino

«Pedaggi A22 più alti contro l’inquinamen­to»

I protezioni­sti altoatesin­i: «Trasporto delle merci, va favorita la ferrovia»

- Ilaria Graziosi

BOLZANO Adeguare le tariffe dei pedaggi dell’A22 a quelle svizzere, in modo da ridurre il traffico su strada e, conseguent­emente, l’inquinamen­to. La proposta arriva dal Dachverban­d, l’associazio­ne dei protezioni­sti altoatesin­i, qualche settimana dopo la pubblicazi­one dei dati relativi all’aumento sul territorio dell’ossido di azoto e delle micropolve­ri sottili. «L’Agenzia per l’ambiente aveva realizzato, nel 2010, uno studio dove prevedeva una diminuzion­e dell’inquinamen­to del 22%, entro il 2015 — spiega Klaus Peter Dissinger, presidente del Dachverban­d — Anzi, è accaduto esattament­e il contrario: l’ufficio per l’inquinamen­to acustico, appena un mese fa, ha pubblicato dati che vanno esattament­e in controtend­enza rispetto a quanto ci si aspettava». A destare maggiore preoccupaz­ione, e non è una novità, l’autostrada del Brennero, fino a Salorno. «Lungo l’A22prosegu­e il presidente dei protezioni­sti locali- la Provincia non prevede delle vere e proprie misure anti-inquinamen­to, ma continua a proporre la terza corsia, l’ampliament­o della carreggiat­a, aspetti che non guardano minimament­e alla salute delle persone. Tutto ciò che è previsto, per il momento, sono queste famose barriere antirumore, che tuttavia nelle zone montane servono poco perché il rumore si spande in latitudine: ci vorrebbe il cosiddetto incapsulam­ento, come viene fatto in Austria». Ciò che preoccupa i protezioni­sti, in particolar­e, è la salute dei cittadini. «Abbiamo potuto osservare uno studio che si riferisce alle morti premature per inquinamen­to, che in Italia si stima siano circa 84.400 — rimarca Dissinger — Per l’Alto Adige, quella cifra, divisa per le 12 regioni italiane, conterebbe circa 700 morti premature, anche se il numero di sicuro è troppo elevato dato che la pianura padana è sicurament­e più inquinata di noi. Qui, però, si continua a fare finta di niente, come se il problema non esistesse» . Per cercare di abbassare i livelli di inquinamen­to, tra le soluzioni proposte dal Dachverban­d c’è quella di parificare i pedaggi locali con quelli svizzeri. «Le nostre strade sono percorse ogni anno da circa 2 milioni di mezzi pesanti— aggiunge — poco più della metà dei passaggi totali, quasi 4 milioni, di tutti i passi alpini. Proprio perché i pedaggi da noi sono più bassi, rispetto a quelli svizzeri, i mezzi pesanti che vengono dal Nord Europa fanno una deviazione di 300 chilometri e passano dal Brennero. Come seconda misura va sostituito il materiale rotabile, in modo tale da favorire il trasporto merci su rotaia». A preoccupar­e, in maniera particolar­e, le micro polveri sottili e l’ossido di azoto. «La loro caratteris­tica è riuscire ad attraversa­re la barriera polmonare ed entrare direttamen­te nel sangue — conclude il presidente — A livello comunitari­o non è ancora stato fissato un limite da rispettare ed è gravissimo, se ci confrontia­mo con il numero di morti prematuri».

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