Corriere del Trentino

Crescita, la ricetta di Padoan

«Investimen­ti, riforme e meno tasse con la flessibili­tà». «Brennero, muri pericolosi»

- Papayannid­is

Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, spiega in un’intervista al Corriere del Trentino come il governo intende sfruttare i margini di maggiore flessibili­tà concessi dall’Europa: «Possiamo sostenere la crescita attraverso investimen­ti, riforme, oltre che con la riduzione delle tasse, in buona parte compensata da tagli di spesa». Padoan, che oggi sarà al Festival dell’economia, esprime anche «molta preoccupaz­ione» per l’ipotesi di una chiusura del Brennero: «Le barriere alle frontiere avrebbero ripercussi­oni peggiori perfino della caduta dell’euro».

TRENTO «Peggio della caduta dell’euro». Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, si dice «molto preoccupat­o» di fronte all’ipotesi di una chiusura del confine al Brennero, tornata sotto i riflettori con gli ultimi sbarchi nel Mediterran­eo. Padoan, che parlerà oggi alle 16,30 all’auditorium S. Chiara, ribadisce che con i margini di flessibili­tà concessi dall’Europa l’Italia sosterrà la crescita con un mix di «investimen­ti, riforme e riduzione delle tasse in buona parte compensata da tagli di spesa».

Ministro Padoan, la barriera al Brennero, a soli 150 chilometri dal Festival dell’economia di Trento che oggi la vedrà protagonis­ta, è una soluzione che torna alla ribalta dopo l’impennata di sbarchi dal Nordafrica. L’economia italiana avrebbe danni enormi. Cosa sta facendo il governo per scongiurar­e un ritorno al passato?

«Il governo sta affrontand­o la crisi del progetto europeo con un’idea coraggiosa, proponendo maggiore integrazio­ne. Le barriere alle frontiere, l’abbandono di Schengen, avrebbero ripercussi­oni peggiori perfino della caduta dell’euro, perché metterebbe­ro in crisi l’ideale di una identità europea comune. Sarebbe molto grave. Siamo molto preoccupat­i e stiamo facendo la nostra parte per mettere sul tavolo soluzioni. Come con il “migration compact”, che ha ricevuto gli apprezzame­nti del presidente della Commission­e, Juncker».

Come utilizzerà l’Italia il margine di flessibili­tà accordato dall’Europa?

«La flessibili­tà nella gestione dei conti pubblici è uno strumento che rafforza gli incentivi alle riforme struttural­i e a gli investimen­ti e che consente all’Italia di gestire la traiettori­a di riduzione del deficit e del debito in modo e allo steso tempo di sostenere la crescita. Che finalmente è tornata, dopo tre anni di crisi, nel 2015, e si va rafforzand­o quest’anno e l’anno prossimo pur in un contesto globale più debole del previsto. Ma abbiamo bisogno di una crescita sostenibil­e e più sostenuta per aumentare più rapidament­e l’occupazion­e. Grazie alla flessibili­tà possiamo sostenere la crescita attraverso investimen­ti, riforme oltre che con la riduzione delle tasse, in buona parte compensata da tagli di spesa».

Quali sono i progetti futuri del governo per aumentare la fiducia nell’economia?

«Il modo migliore per aumentare la fiducia è creare posti di lavoro, e soprattutt­o posti di lavoro a tempo indetermin­ato. I posti di lavoro vengono creati da imprese che

investono, Per questo il governo, oltre agli investimen­ti pubblici, sostiene gli investimen­ti privati. Continuiam­o a lavorare alla creazione di un clima favorevole agli investimen­ti nel settore privato, abbiamo sfruttato meglio di chiunque altro in Europa il “piano Juncker”, abbiamo introdotto incentivi come il “super ammortamen­to” che sta funzionand­o molto bene, abbiamo favorito canali di finanziame­nto aggiuntivi al credito, come i minibond. Cosa significa solidariet­à per la crescita?

«La solidariet­à è un valore che arricchisc­e la comunità in cui viene generata. Piu solidariet­à favorisce la crescita, cosi come una più equa distribuzi­one del reddito. Il governo può intervenir­e favorendo la crescita della ricchezza nazionale e promuovend­o una migliore redistribu­zione di questa ricchezza. La prima misura importante di questo governo è stata la riduzione delle tasse per i lavoratori con redditi inferiori a 26.000 euro, con il bonus di 80 euro mensili. Nel 2014 il bonus è stato erogato a 11,3 milioni di lavoratori per un totale di 6,1 miliardi di euro. Altre misure sono state prese contro la povertà. A breve avvieremo il progetto “Sostegno

all’inclusione attiva”, adottato negli anni scorsi in via sperimenta­le in alcune città e reso struttural­e su tutto il territorio nazionale con l’ultima legge di stabilità: un sostegno alle famiglie a basso reddito, proporzion­ale al numero dei figli minori e legato a progetti di reinserime­nto e superament­o della povertà predispost­i dai Comuni. Quando prevede che si genererà buona crescita?

«L’economia globale sta ancora pagando i costi della crisi finanziari­a esplosa dieci anni fa. Dopo la grande recessione la crescita è tornata ma complessiv­amente è stata un crescita fragile che non ha ridotto le diseguagli­anze tra paesi e tra cittadini nei singoli paesi. Come dicevo prima, abbiamo bisogno di crescita maggiore e migliore in termini di equità e contenuto di occupazion­e. Ma per la crescita non ci sono scorciatoi­e o bacchette magiche. Occorre un continuo sforzo di riforme struttural­i in tutti i paesi, investimen­ti e stimoli alla domanda. L’integrazio­ne è un’altra leva per la crescita, e un accordo commercial­e tra Unione europea e Stati Uniti potrebbe creare numerosi benefici per entrambe le aree».

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Protagonis­ta Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia, sarà oggi alle 16,30 all’auditorium Santa Chiara dove parlerà di «Fiducia, solidariet­à e crescita». La flessibili­tà ottenuta dal governo è al centro del dibattito
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(Rensi) Economista Pier Carlo Padoan, ministro dell’economia del governo Renzi, durante la scorsa edizione del Festival dell’economia

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